societa’ quotate


Concha y Toro – risultati primo semestre 2023

nessun commento

 

La combinazione del mercato americano in rallentamento e dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’inflazione in generale ha avuto un impatto eccezionalmente negativo sui dati di Concha y Toro del primo semestre 2023, anche perché gli investimenti in marketing non si sono fermati. Le vendite sono scese del 9% a 365 miliardi di peso ma sono soprattutto gli utili ad avere sofferto, tornati a un livello tanto basso che non si vedeva da 10 anni a questa parte. Un numero su tutti: l’utile netto è passato da 41 miliardi dello scorso anno a 9.5 miliardi dei primi 6 mesi 2023. A soffrirne è poi la struttura finanziaria, con il debito che risale a 3.6 volte l’EBITDA da 2.4 di fine 2022. C’era da prevederlo, anche perché un andamento simile (anche se meno negativo) si era già visto nel secondo semestre 2022, quando l’utile netto era calato del 25% circa. L’azienda ha continuato a investire e nei suoi commenti scrive che si attende una “significativa accelerazione” nelle vendite durante il secondo semestre, supportata dagli investimenti nel marchio e nella capacità distributiva, che non sono mai stati tagliati. E proprio questa dichiarazione ha aiutato le azioni in borsa, salite di oltre il 10% nei giorni dell’annuncio. Il 26-08, data in cui scrivo, il valore in borsa di Concha y Toro è di circa 900 milioni di euro. Passiamo a qualche numero.

Continua a leggere »

Treasury Wine Estates – risultati 2022/23

nessun commento

TWE chiude I conti 2023 (giugno 2023) in netta decelerazione, con un fatturato annuo a -2.2%, il che implica un secondo semestre a -6%. La spinta verso la premiumizzazione, con un portafoglio prodotti che viene definito “luxury” per l’85% del fatturato (83% l’anno passato), sta mettendo pressione sulle vendite anche a causa dell’uscita da alcuni marchi. Infatti, il -2% di fatturato si compone di un calo del 12% dei volumi a 22 milioni di casse (265 milioni di bottiglie) ma un incremento del prezzo medio per cassa da 96 a 108 dollari (tradotto in bottiglia e in euro: 5.3 euro). Il sacrificio è principalmente legato al mondo americano, dove il posizionamento di TWE è meno premium. I dati per divisione sembrano migliori di quelli generali se si guarda ai margini ma fate attenzione perché a saldo dei costi generali le cose sono un po’ meno positive. Riassumendo: vendite giù del 2% a 2.4 miliardi di dollari australiani (1.4 miliardi di euro), utile operativo in crescita del 6% e utile netto rimasto sostanzialmente in linea agli ultimi due anni a circa 250-260 milioni di dollari. Il debito invece sale per il secondo anno consecutivo, da 645 a 837 milioni di dollari (comunque intorno a 1 volta l’EBITDA), dopo aver pagato quasi 270 milioni di dollari agli azionisti. Il management mantiene la strategia e prevede un incremento degli utili a “singola cifra alta” (un modo per dire più del 5% ma meno del 10%) nel lungo termine (un modo per dire che potrebbe non essere il prossimo anno fiscale…). Passiamo a qualche dato divisionale di dettaglio.

Continua a leggere »

Yantai Changyu Pioneer Wine – risultati 2022

nessun commento

 

I dati 2022 di Yantai Changyu Pioneer Wine confermano l’attuale difficoltà del mercato cinese del vino. Gli amministratori scrivono nel (vergognoso) riassunto del bilancio in inglese: “Nel 2022, il mercato del vino domestico ha continuato a declinare a causa dell’impatto della situazione economica e della pressione di altri liquori come il Baijiu e le birre. Le vendite sia di vino importato e di vino domestico sono calate a doppia cifra (oltre il 10%), e l’aumento dei costi delle materie prime e del packaging ha ulteriormente trascinato [al ribasso] la redditività delle imprese. La stragrande maggioranza delle imprese vinicole è in difficoltà e l’industria del vino domestica è ancora sull’orlo della perdita.” In questo contesto l’azienda pubblica un bilancio sempre più striminzito (le caselle vuote sono più di quelle piene, come potete vedere), ma che nei grandi numeri rende l’idea: vendite in leggero calo (-1%, quindi apparentemente meglio dell’andamento generale del mercato), margini di profitto che scendono. Dunque per darvi un’idea, il fatturato della principale azienda vinicola cinese è di circa 550 milioni di euro e l’utile netto di 58, con un patrimonio netto di 1.5 miliardi di euro. Trovate nel resto del post il tabellone e un altro grafico.

Continua a leggere »

Masi – risultati primo semestre 2023

nessun commento

I dati del primo semestre 2023 di Masi sono particolarmente deludenti, sia sul fronte delle vendite e dei margini che sul fronte della generazione di cassa. Nel comunicato stampa l’azienda si confronta con il semestre 2019, sottolineando una crescita dell’11%: questo in qualche modo conferma l’idea che l’ottimo andamento presentato nel semestre 2021 e 2022 non fosse effettivamente sostenibile. Ci troviamo dunque di fronte a un fatturato in calo su base annua del 10%, tutto fuori confine, un margine operativo del 10% rispetto al 17% dello scorso anno ma diciamo anche del 12% del primo semestre 2019 e a un incremento del debito netto dagli 8 milioni di fine anno 2022 (4 a fine giugno 2022) a 21 milioni, frutto di un portentoso incremento delle scorte per far fronte al bisogno di materie prime e ricostituire le scorte di vini pregiate che negli ultimi due anni si erano esaurite. Le prospettiva del gruppo non sono positive: si parla di inflazione dei costi che continua a impattare, grandinate che probabilmente ridurranno la vendemmia 2023 e quindi faranno crescere i costi delle uve e a un mercato che non va come lo scorso anno: nel luglio 2023 gli ordinativi sono inferiori a quelli dello scorso anno, dicono gli amministratori. Nel frattempo le azioni in borsa sono poco mosse, intorno a 4.6 euro, che poi fu il prezzo dell’introduzione in borsa di diversi anni fa. C’è da domandarsi infine quale sia il senso per questa azienda di restare in borsa, con un valore di mercato di circa 150 milioni di euro ma con meno del 10% delle azioni “disponibili” per le contrattazioni (74% nelle mani “di Boscaini”, 10% di proprietà di Red Circle Investments e 8% detenuto dalla Fondazione Empaia). Passiamo a un breve commento dei numeri.

Continua a leggere »

Laurent Perrier – risultati e analisi di bilancio 2022

nessun commento

La strategia di premiumizzazione di Laurent Perrier sta arrivando all’estremo, tanto che nel secondo semestre del 2022 (ottobre-marzo) l’azienda ha visto un calo del fatturato del 13% (ad essere onesti, dopo un +44% del periodo corrispondente precedente) e anche i margini si sono ristretti, tornando sotto il livello anche di due anni fa. Ricapitolando: l’anno è stato comunque buono ma il secondo semestre, che come sapete è spostato di 3 mesi rispetto agli altri, mostra un “riflusso” dopo l’ubriacatura dei mesi precedenti. E gli azionisti non sono stati tanto contenti. Da inizio anno le azioni sono calate del 3% circa (dato al 27 luglio), peggio delle altre aziende concorrenti, di nuovo in onestà dopo anni di grande performance. L’azienda ha spiegato nella presentazione che “I volumi in crescita molto rapida nel primo semestre ha richiesto una diminuzione nel secondo per mantenere la qualità dei vini e garantire il futuro”. Quindi il +12% a volume del primo semestre si è trasformato in -7% alla fine dell’anno, con i prodotti “high-end” che sono tornati al 44% del fatturato dopo la parentesi al 42% del 2021. In ragione d’anno con vendite quasi stabili, i margini sono ulteriormente migliorati (ma non nel secondo semestre) e il bilancio chiude a quasi 60 milioni di utile, +17%, con un ulteriore calo del debito a 175 milioni, ben sotto il valore delle scorte di quasi 600 milioni. Passiamo a una breve analisi dei dati.

Continua a leggere »