Tannico


I principali ecommerce italiani di vino – dati 2023

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L’ecommerce di vino ha subito un secondo anno di “ridimensionamento” delle vendite dopo il boom relativo al Covid. Le 5-6 aziende analizzate in questo post hanno subito un calo del 7-8% del fatturato nel 2023 (-12% escludendo l’exploit di Bernabei) rispetto al 2022 e hanno subito una perdita cumulata di circa 18 milioni di euro, contro i 16 del 2022, pur mettendo ricorrendo a misure molto drastiche di taglio dei costi operativi e ristrutturazione dell’attività. La strategia seguita da tutte è stata quella di cercare di limitare le perdite, anche con un incremento del margine lordo, in particolare per Vino.com che si è portata al di sopra di tutte, e con l’eccezione di Berbabei, che è il chiaro “outlier” nell’analisi, essendo l’unico con un fatturato in crescita (+24% a 28 milioni), fonte dell’espansione dell’attività in nuove nicchie ma anche di un deciso cambio di passo nei prezzi, tale da ridurre il margine sulle vendite dal 28% del 2022 (perfettamente in media con gli altri operatori) al 19% del 2023.

Ultima annotazione prima di addentrarci nei dati, con tabelle e ulteriori grafici, due aziende hanno ricevuto ulteriori contributi dai soci nel 2023, stiamo parlando di Vino.com (4 milioni) e Tannico (10 milioni).

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Tannico – risultati 2023

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I risultati di Tannico 2023 che commentiamo oggi lasciano poco spazio alle interpretazioni. Le vendite calano del 7% (65 milioni), le perdite aumentano (11 milioni) non solo per questo ma perché l’azienda spende sempre di più in personale per migliorare le capacità manageriali (non sembrano vedersi risultati per il momento), gli azionisti (Campari e LVMH 50/50) hanno dovuto metterci altri 10 milioni per tenere in piedi la baracca. La parte italiana va molto peggio della parte francese (ventealapropriete.com), almeno come fatturato (e anche in confronto ad alcuni concorrenti, come Callmewine per esempio). E, dulcis in fundo, il 2024 è anche l’anno del completamento dell’operazione ventealaproprietè, con l’ultimo pezzo del 33% dell’azienda francese che dovrebbe andare nelle mani di Tannico per un esborso di 17.7 milioni di euro (che Campari e LVMH dovranno finanziare) e senza grandi effetti sui dati visto che i numeri che commentiamo già comprendono il 100% del pezzo francese. Passiamo ai dati in dettaglio.

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Vino.com – risultati 2022

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Torniamo sull’argomento ecommerce per analizzare i risultati 2022 di Vino.com (che fa capo a un’azienda di nome 3nd SRL) e che ci sono serviti per fare la carrellata della situazione del mercato italiano di qualche giorno fa. Vino.com è a tutti gli effetti il numero due dietro Tannico in questo mercato, sia che si guardi l’azienda nel suo complesso (35 milioni di vendite contro 70 di Tannico nel 2022), sia che si guardi al business generato in Italia (30 milioni per Tannico, 25 per Vino.com). In realtà, se escludiamo l’acquisizione di Tannico di Ventealaproprieté, per quanto riguarda l’attività all’estero Vino.com è il più sviluppato degli ecommerce puri italiani, con quasi 10 milioni di vendite contro soltanto 3 milioni di Tannico (ed escludendo Italian Wine Brands che ne fa 15 ma che ha un modello diverso). I risultati 2022 hanno mostrato un calo del 20% del fatturato e una situazione di tensione economica e finanziaria tale da richiedere ulteriori interventi dei soci. Infatti, a fronte delle perdite (6.6 milioni nel 2022 dopo i 7.7 del 2021) i soci hanno apportato ulteriori 6 milioni di euro nelle casse dell’azienda e, leggendo la relazione di bilancio 2022 (approvata soltanto a gennaio 2024), un ulteriore ricapitalizzazione di 4 milioni di euro a settembre 2023. Sebbene il miglioramento dei margini sia evidente (margine sulle vendite dal 24% al 27% tra il 2021 e il 2022) e ci sia una lista molto convincente di azioni intraprese per tagliare i costi e migliorare la performance commerciale, la dimensione necessaria per rendere questa attività profittevole è ancora superiore. Per ora concentriamoci sui dati 2022, di cui trovate altri grafici e tabelle nel resto del post.

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I principali ecommerce italiani di vino – dati 2022

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Dopo il boom del Covid, riproponiamo i dati dei principali ecommerce di vino italiani, come disponibili dai bilanci acquistati al Registro delle Imprese, relativi al 2022. La lista non è ovviamente esaustiva ma include quelli che mi pare siano i principali operatori per dimensione nel mercato. Il 2022 è stato un anno negativo per tutti dal punto di vista commerciale, con un calo di vendite nell’intorno del 20% rispetto al picco del 2021, causa normalizzazione dalle restrizioni del Covid. È stato però anche un anno in cui i margini sono migliorati (leggi meno sconti ai clienti) e ci si è avvicinati al punto di sostenibilità economica, che però non è stato raggiunto da nessun operatore salvo che per Bernabei, la cui struttura è però non interamente chiara. Un’altra considerazione che appare evidente dai dati (numerose tabelle disponibili all’interno del post) è che la volontà dei soci di investire in queste aziende ne ha determinato in larga parte la spinta commerciale. I soci hanno messo oltre 50 milioni in Tannico dal 2016 a questa parte, inclusi quelli per l’acquisizione francese, e nel 2022 le vendite erano a 70 milioni, quasi 20 sono quelli messi in Vino.com e l’azienda è la seconda in Italia con 35 milioni di fatturato. Bene procediamo con l’analisi all’interno dove trovate dettaglio di fatturati, margini, utili e perdite, contributi dei socie e peso del magazzino sul fatturato.

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Tannico – risultati 2022

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Guardiamo oggi per la prima volta i “nuovi” conti di Tannico con l’inclusione di Ventealaproprietè.com per tutti i 12 mesi del 2022. Ho volutamente evitato di inserire il bilancio consolidato 2021, tenendo quindi quello di Tannico senza la francese per mostrare le variazioni derivanti dall’inclusione della nuova azienda. Fatta questa premessa possiamo dire che per il secondo anno consecutivo Tannico ha avuto un’evoluzione negativa delle vendite organiche, scese da 33.5 a 31.7 milioni, -5%. Ovviamente, se mettiamo insieme anche la francese arriviamo a un fatturato totale di circa 70 milioni (non sappiamo quanto fatturava Ventealapropriete nel totale 2021 per fare un confronto). Non si tratta però di un andamento anomalo, o perlomeno abbiamo recentemente commentato i dati di Callmewine che anch’essa ha subito un calo del 5% nell’anno. L’azienda nel suo insieme ha bruciato 6.4 milioni di euro di cassa e mostra un debito di 1 milione a fine anno, con gli azionisti che hanno contribuito con 3 milioni circa. Ricordiamo che sebbene questi dati siano consolidati con Ventealaproprietè al 100%, la quota di possesso è del 69% e che il 31% sarà probabimente acquisito nel 2024 con un prezzo stimato allo stato attuale di 22 milioni di euro. Ciò richiederà un ulteriore contributo degli azinionisti (LVMH 51%, Campari 49%). Passiamo a un breve commento dei dati, anche focalizzandoci sul “prima” e “dopo” acquisizione.

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