Tannico


Tannico – risultati 2021

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Concedetemi la battuta: il 2021 per Tannico tende all’astringente. Fatta la battuta che si riferisce all’andamento negativo dell’attività ordinaria dell’azienda (peraltro dovuto a un evento negativo non ricorrente), il 2021 è anche l’anno in cui Tannico ha acquisito il 68% del capitale di Ventealapropriete.com per 32.6 milioni di euro, interamente finanziato dai soci con un contributo praticamente equivalente. I dati che presentiamo oggi non includono la controllata francese perchè Tannico non fa bilancio consolidato. Lo fa la capogruppo Dioniso, che a sua volta detiene la maggioranza (ma non tutto) Tannico ed è detenuta da metà da Campari e LVMH, come forse avrete letto. Attraverso questa operazione Campari ha “opportunamente” deconosolidato dai suoi conti i dati di Tannico, che avrebbero avuto un impatto leggermente negativo.

Ad ogni modo, passando ai numeri del 2021 come dicevamo, non bene. Sicuramente l’ecommerce sta subendo un contraccolpo rispetto al 2020 per il ritorno alla vita normale, ma vedere un calo delle vendite del 10% sul 2020 (comunque +65% sul 2019) fa un po’ strano per un’azienda che si presume debba avere praterie davanti a se. Il problema sembra essere stato il ritardo nell’implementazione di un nuovo magazzino costato 5 milioni di euro, che ha avuto un forte impatto negativo sulle vendite dell’ultimo trimestre del 2021, chiaramente il più importante. Secondo gli amministratori ciò ha determinato un calo delle referenze da 12500 a 4500 e un corrispondente danno al fatturato. Fatturato che cala a 33.5 miloni di euro, di cui 30.2 in Italia (-12% sul 2020 e +60% sul 2019) e 3.3 milioni all’estero (qui si cresce in modo importante).

I margini sono invece allinati con gli anni precedenti, se non in leggero ulteriore miglioramento per quanto riguarda il gross margin, che tocca il 29.3% del fatturato (da 27% pre crisi e 28.9% del 2020) ma cala in valore assoluto e quindi non riesce ad assorbire i costi operativi crescenti (sia contro il 2020 che contro il 2019). Si giunge dunque a un bilancio con una perdita operativa di 4.8 milioni di euro, rispetto a 1.6 milioni persi sia nel 2019 che nel 2020, cui corrisponde poi una perdita netta molto simile.

Nella parte finanziaria, i soci hanno come dicevo sopra finanziato l’esborso per l’acqusizione francese, mentre la combinazione di perdite e investimenti (saliti a oltre 4 milioni di euro, se escludiamo l’acquisizione, per il nuovo magazzino) porta a un deterioramento della cassa netta dell’azienda da quasi 10 milioni a poco più di 3 milioni di euro.

 

 

 


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I principali ecommerce italiani di vino – dati 2020

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L’argomento è caldissimo. Negli ultimi due anni ci sono state diverse operazioni nel settore italiano dell’ecommerce di vino. Tannico è stata acquistata da Campari e ha fatto un importante accordo in Francia con LVMH dopo aver acquisito un operatore locale. Callmewine è finita nel cesto molto diversificato della holding Italmobiliare (che sta reinvestendo i soldi derivanti dalla vendita di Italcementi). La maggioranza di Xtrawine è finita nelle mani del fondo di private equity Made in Italy, con un parziale disimpegno dei quattro soci fondatori. Dopo una lunga trattativa, Vino75 ha acquistato il dominio Vino.com in cui ci si è trasferita e…potete vedere che balzo di fatturato a messo a segno! Tutto questo movimento Continua a leggere »

Tannico – risultati 2020

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Come per le aziende di produzione, anche nel segmento del commercio (soprattutto elettronico) stanno succedendo diverse cose. Campari ha acquistato la metà di Tannico rifinanziandola e si è impegnata per altri 30 milioni di euro per promuovere l’acquisizione di Ventealaproprietè in Francia, cercando dunque di “internazionalizzare” il business dell’azienda molto incentrato sull’Italia. Ma non è successo soltanto questo, Italmobiliare è entrata non solo in Botter/Mondodelvino ma anche in Callmewine (12.3 milioni di vendite nel 2020, investimento di 13 milioni per il 60% dell’azienda, in parte come aumento di capitale), altro player nazionale nel segmento dell’ecommerce di cui analizzeremo il bilancio tra qualche giorno. È notizia di qualche giorno fa, infine, l’acquisizione da parte di Quadrivio-Pambianco di Xtrawine, il terzo grande ecommerce italiano del vino (10.8 milioni di fatturato nel 2020), con una spiccata propensione alle esportazioni.

Tornando a Tannico, oggi guardiamo ai dati di bilancio 2020. Con il COVID, la crescita delle vendite è ulteriormente accelerata, +83% a 37 milioni di euro rispetto al precedente triennio caratterizzato da una crescita del 44% annua. Con un leggero miglioramento del margine lordo Tannico è riuscita a compensare i maggiori costi operativi e ha chiuso con una perdita allineata agli anni scorsi, 1.6 milioni. Le maggiori novità vengono però dal lato finanziario, dove con l’ingresso di Campari l’azienda ha visto la posizione di cassa migliorare da 2.9 a 9.5 milioni di euro. Togliendo i 7.8 milioni contribuiti nel 2020, la cassa bruciata nell’anno è stata circa 1.2 milioni di euro. Passiamo a una breve analisi dei numeri.

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Tannico – risultati 2019

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Da quest’anno facciamo rientrare anche Tannico nella lista delle aziende legate al mondo del vino che seguiamo annualmente sul blog. Dopo anni di finanziamenti da parte dei soci che hanno costantemente coperto le perdite, “sacrificio” per fare acquisire una scala sempre più importante alla piattaforma, come forse avrete letto Tannico ha da quest’anno un azionista eccellente con il 49% del capitale. Si tratta di Campari, il leader italiano nel mondo degli spiriti, che da diversi anni ha deciso di uscire dal mondo del vino per dedicarsi agli aperitivi e ai superalcolici. In realtà ha mantenuto un piede in questo mondo con gli spumanti (Riccadonna e Cinzano, tra gli altri). Comunque, restando su Tannico, la piattaforma ha raggiunto nel 2019 20 milioni di fatturato e c’è da scommettere che nel 2020 farà un balzo significativo, dato che il business online ha avuto uno sviluppo importante con il COVID. È un’azienda con ampi spazi di miglioramento, vista la scarsa presenza fuori dall’Italia, che invece alcuni altri operatori (come Xtrawine per esempio) hanno sviluppato con molto successo. Sotto questo punto di vista, Campari può aiutare, ricevendo in cambio il know-how del mondo dell’ecommerce che il colosso, al pari dei suoi concorrenti internazionali, non ha mai guardato con particolare attenzione nel passato. Ma passiamo all’analisi dei dati di Tannico, che si caratterizza per una struttura particolarmente agile, senza capitale investito, senza capitale circolante (il magazzino viene finanziato dalle dilazioni dei fornitori) ma anche con poca leva operativa, dato che le perdite (e i versamenti da parte dei soci) continuano ininterrotte da diversi anni.

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Ecommerce di vino in Italia – dati 2018 dei principali operatori

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L’ecommerce di vino continua a mostrare importanti tassi di crescita e ormai ci sono 3-4 aziende italiane che possiamo considerare i players chiave: Tannico è il leader indiscusso, con posizioni guadagnate anche grazie ai forti investimenti di cui ha beneficiato in passato, con un fatturato ormai prossimo a 15 milioni ma ancora con un bilancio in perdita. Ci sono poi Italian Wine Brands, che prosegue la migrazione della sua attività dalle vendite telefoniche a quelle online, con circa 12 milioni di vendite (non ne conosciamo i margini essendo una piccola attività integrata in una realtà ben più grande), e Xtrawine che ha rivisto proprio la sua struttura aziendale nel 2018. Quest’ultima ha fatturato circa 7 milioni di euro, incluso il contributo dell’attività di Hong Kong, e resta tra le aziende che analizziamo una delle poche in grado di coniugare crescita sostenuta e bilanci in pareggio. A tale proposito ringrazio come ogni anno Stefano Pezzi per avermi “donato” i bilanci di diverse aziende che altrimenti avrei dovuto comperare: una beneficenza indiretta.

Tornando ai nostri numeri che si riferiscono al bilancio 2018, le vendite crescono in modo molto sostenuto (in media circa del 45% nel 2018 per l’insieme del campione qui considerato), ma i margini restano piuttosto limitati, intorno al 23% in media (24% su campione omogeneo nel 2017). Nella maggior parte dei casi (Vino75, Tannico e Designwine in particolare) il margine sulle vendite è ancora largamente insufficiente a coprire i costi operativi (personale, servizi, ammortamenti) e quindi, nonostante un visibile miglioramento del livello del magazzino, possiamo concludere che molte delle aziende da cui comperiamo vino online hanno ancora da crescere prima di poter “creare valore” per chi ci ha investito.

Come sempre, i numeri e le analisi di seguito sono frutto dei miei calcoli sui bilanci depositati dalle aziende e sono il frutto del “miglior sforzo” possibile per rappresentarli. Passiamo ai numeri.

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