Trentino Alto Adige


Trentino Alto Adige – produzione vino ISTAT 2013 e dati vini DOC Federdoc 2012

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I volumi di produzione in Trentino Alto Adige nel 2013 sono stati particolarmente elevati (si parla di un massimo storico…), non tanto rispetto al 2012, quando la vendemmia non era andata poi così male, ma rispetto alla media degli ultimi 5 anni, in cui la regione ha prodotto il 16% di vino in più, molto meglio della media nazionale (+8%). Anche la produzione di vini DOC, da sempre molto alta, raggiunge il massimo storico. Purtroppo, i dati 2012 di Federdoc, non sono completi come lo sono stati negli anni passati. Vi propongo comunque le tabelle. Buona lettura.

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Esportazioni italiane di vino per regione e tipologia – aggiornamento 2013

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Per quanto mi dimentichi spesso di analizzare in dettaglio le categorie dell’export, devo dire che alcuni spunti interessanti si trovano sempre. Diciamo che è inutile domandarsi se esportiamo più DOC, IGT oppure vini da tavola (i varietali non sono mai decollati). Le proporzioni si perpetuano uguali a se stesse: intorno al 48% di vini DOC, un terzo di vini IGT e poco meno del 20% di vini da tavola. Invece lo spunto interessante viene dalle categorie regionali, che sono rilevate soltanto per le DOC di Piemonte, Veneto, Toscana, Trentino Alto Adige e Lazio (chissà perchè). La conclusione è semplice: le esportazioni di vino rosso piemontese stanno letteralmente decollando. Sono cresciute del 47% nel triennio 2010-2013, rispetto a una crescita del 22% delle esportazioni di vino imbottigliato in genere e del 20% dei vini DOC. Di più, questa crescita è una novità degli ultimi mesi: di questo 47%, ben il 18% è stato messo a segno nel 2013, proprio quando le altre categorie hanno cominciato a rallentare. Andiamo dunque a vedere come si suddividono i 3.8 miliardi di euro di export di vini imbottigliati del 2013…

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Mezzacorona – risultati e analisi di bilancio 2012/13

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Da Nosio alla capogruppo Mezzacorona. Una grande novita’ e’ che seguendo l’esempio della controllata Nosio anche Mezzacorona ha adottato i principi contabili internazionali. E sarebbe il caso che anche le altre aziende vinicole si attrezzassero. Quindi, avvertimento a chi legge: il bilancio a agosto 2013 e’ nuovo e vi ho inserito due volte il 2012, con i principi italiani (meno generosi sotto certi punti di vista) e con quelli internazionali, cosi’ da avere una continuita’ di analisi. Come e’ andata nel 2013 Mezzacorona? A guardare i numeri abbastanza bene, nel senso che le vendite sono leggermente cresciute (non come Nosio) e nella scia di Nosio sono calati sia i debiti che l’impiego di capitale. Ma come ben sapete i numeri di una cooperativa vanno letti piu’ da quanto “rende” ai soci per i conferimenti: in questo caso la remunerazione e’ cresciuta del 5% da 95 a 100 euro per quintale, mentre le quantita’ della nuova annata sono calate del 10% circa a 271mila quintali. Il valore totale dei conferimenti dell’annata agricola e’ stato in crescita del 10% a valore a 49 milioni di euro (per la cooperativa Mezzacorona).

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Nosio – risultati e analisi di bilancio 2012-13

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Partiamo con I bilanci 2013 delle aziende vinicole italiane dedicandoci un paio di post a Nosio e Mezzacorona. Nosio ricordo per chi non ha letto i post passati è l’unica azienda che redige il bilancio con i principi internazionali (quelli usati dalle società quotate). Nel 2013 l’attività ha continuato a svilupparsi, con una crescita del 4% delle vendite, essenzialmente guidata dagli incrementi di prezzo che si sono resi necessari per il forte aumento delle materie prime. In realtà come potete apprezzare dal grafico e dalla tabella i maggiori prezzi non sono riusciti a compensare i maggiori costi, talchè l’anno si chiude un utile netto stabile, ma con un andamento a livello operativo leggermente negativo sia in termini di margini percentuali che di numeri assoluti. La “storia” del 2013 non è però solo questa. Nosio sta “dimagrendo” dopo un forte ciclo di investimenti, quindi meno debito finanziario, quindi minori debiti verso la controllante Mezzacorona e un generoso dividendo di EUR2 milioni pagato ai soci (praticamente quasi tutto l’utile). Passiamo ai numeri.

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CAVIT – risultati e analisi di bilancio 2012-13

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Con Cavit cominciamo al solito la stagione dei bilanci 2013, essendo la prima azienda a chiuderlo a Maggio. L’annata per Cavit è andata discretamente bene, nel senso che con un fatturato ormai inchiodato da anni a poco più di 150 milioni, ha continuato nel sentiero di riduzione del debito. E’ probabilmente la grande cooperativa italiana meno indebitata e forte di questa struttura finanziaria ha deciso di fare un passo fuori dai confini, con un’acquisizione in Germania della più grande vecchia tedesca di produzione di spumanti metodo classico, la Kessler Sekt, con 1 milioni di bottiglie all’attivo. Gli effetti dell’acquisizione li vedremo il prossimo anno, ma certamente la quota di spumanti sull’attività di Cavit, oggi ancora sotto il 10%, con una esposizione soprattutto in Italia, è destinta a crescere. Certamente i soci della cooperativa, che già finanziano Cavit con circa 37 milioni di euro di crediti commerciali, sarà destinata a crescere, dato che la cooperativa non ha una significativa capacità di generazione di cassa indipendente. Passiamo all’analisi dei numeri.

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