Trentino Alto Adige


Mezzacorona – risultati e analisi bilancio 2009/10

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E’ sempre difficile valutare l’andamento di una cooperativa, in questo caso di Mezzacorona. Partendo dal dato piu’ significativo, cioe’ quanto hanno dato indietro ai soci, si puo’ dire che l’utile “implicito” del 2010 (anno chiuso a agosto, quindi relativo alla campagna della vendemmia 2009) sia stato circa uguale a quello del 2009 (ci si riferisce alla vendemmia dell’anno prima), cioe’ circa 36-37 milioni di euro. In realta’ questa stabilita’ cela un volume in crescita di circa il 9% per quanto riguarda le uve conferite (da 286 a 313 mila quintali) e di circa il 17% per quanto riguarda i mosti/vini (da 53mila a 62mila ettolitri). In altre parole, seppur sia impossibile calcolare con precisione il calo del ritorno per i soci-conferitori, si puo’ dire che la remunerazione sia calata. Certamente, la missione della cooperativa e’ di lungo termine e soprattutto e’ volta a garantire sempre e comunque una destinazione al prodotto dei soci. Nel 2011, intanto, la cooperativa processera’ un quantitativo di uve leggermente inferiore a quello del 2010 (-7%).



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Nosio – risultati e analisi di bilancio al 31/8/2010

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Nosio ha chiuso il bilancio 2009-10 con un utile netto in crescita del 15% su delle vendite che hanno sfiorato i 100 milioni di euro (+3.5%). L’azienda e’ giunta alla fine del suo ciclo di investimenti ed e’ oggi pronta a sfruttare le potenzialita’ del mercato, in particolare nel segmento dei vini spumanti dove l’azienda sta “costruendo” una produzione di vini a metodo classico significativa. L’anno chiuso il 31 agosto non e’ stato pero’ facile: (1) le vendite “Italia” continuano a scendere (anche se questo non riflette in modo corretto le vendite in Italia dell’azienda che sono stabili); (2) la pressione promozionale continua ad essere alta e cio’ influisce negativamente sui margini di profitto. Con queste premesse il progresso dell’utile netto di Nosio si e’ materializzato tutto sotto l’utile operativo, che e’ invece calato del 13%: infatti, i 3.2 milioni di utile netto (di cui 2.1 distribuiti agli azionisti) sono “saltati fuori” grazie al calo degli oneri finanziari e alle minori tasse. Prima di procedere con i dati analitici, va detto che Nosio non redige il bilancio consolidato (lo fa gia’ la controllante Mezzacorona) e che, quindi, se includessimo le aziende controllate che producono in Sicilia o quelle che commercializzano in USA ci troveremmo di fronte a una azienda certamente piu’ grande (per quanto l’apporto aggiuntivo di utili delle controllate, per quanto positivo, non sarebbe “critico”). Prima dei numeri del bilancio, una curiosita’: Nosio dichiara un prezzo medio di scambio delle proprie azioni di 305 euro. Moltiplicando questo prezzo per il numero di azioni si arriva a un valore teorico per il capitale azionario dell’azienda di 92 milioni, che si confronta con un patrimonio netto di bilancio di 78 milioni (che peraltro sconta il fatto che diversi cespiti dell’azienda sono valutati al costo storico invece che a quello di mercato).



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CAVIT – risultati e analisi di bilancio 2009-10

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Il bilancio CAVIT del 2009/10 (chiusura a maggio) mostra un discreto recupero delle vendite, essenzialmente guidato dai mercati esteri e da un nuovo impulso delle vendite di spumanti. A margine di questo, CAVIT resta una cooperativa che investe pesantemente (11 milioni di euro anche nel 2009/10) ma che non genera utili significativi (EUR3m di MOL secondo il nostro calcolo, circa EUR5m secondo la dichiarazione degli amministratori). Come braccio finale di una serie di cooperative primarie, e’ anche piuttosto difficile valutarne la performance economica: oltretutto dal 2010 la cooperativa ha smesso di fornire un’indicazione delle quantita’ di uva/vino acquistate dai soci, per cui siamo rimasti in possesso delle informazioni obbligatori, che dicono che CAVIT ha incrementato del 6% le retrocessioni ai soci (in linea con il trend delle vendite), ma non e’ dato di sapere in cambio di quanti volumi aggiuntivi. Evoluzione prevedibile della gestione: non arrivano messaggi positivi, nel senso che le vendite sono previste stabili (volumi e prezzi) e quindi il budget non include miglioramenti; viene fatto un cenno a due obiettivi: (1) un obiettivo di taglio di costi (i costi sono saliti piu’ del fatturato lo scorso anno; (2) una ridefinizione dei rapporti con le cantine azioniste, a fronte delle nuove strutture del gruppo. La fiducia nello sviluppo dello spumanti Trento DOC parte molto forte. A margine dei risultati andrebbe fatto un commento sul ruolo che questa azienda potrebbe avere in un riassetto del sistema cooperativo trentino; nel bilancio si fa cenno a tale eventualita’, con il giusto “paletto” di mantenere e possibilmente migliorare la remunerazione per i soci fornitori. Aggiungo io, se poi CAVIT muovesse verso una vera integrazione verticale e un modello di azienda a scopo di lucro allora sarebbe veramente un bel passo in avanti.



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