La nuova dimensione di Cavit dopo le acquisizioni del 2020 è visibile nel bilancio 2021 in cui la cooperativa trentina ha raggiunto un fatturato di 271 milioni, contro i 210 milioni del 2020 e il dato pre crisi di maggio 2019 di 191 milioni. Il contributo al fatturato delle acquisizioni è stato Continua a leggere »
I dati di oggi sono relativi al dettaglio delle esportazioni italiane di vino nel primo semestre 2021 per tipologia (vini in bottiglia) e per area geografica (regione, con riferimento alla sede legale del produttore di vino). Tabelle e grafici sono allegati all’interno del post, con variazione percentuale 2021 su 2019, dato che il 2020 ha una base particolarmente fuorviante. Da notare: l’andamento eccezionale dei vini rossi DOP piemontesi, la crescita più elevata dei vini DOP in generale (+13%) contro IGP (+10%) e vini da tavola (+5%), l’andamento molto positivo delle vendite delle aziende basate in Piemonte (+19%) ed Emilia Romagna (+25%), tra le regioni ovviamente con un volume significativo di fatturato estero. Vi lascio alle tabelle.
Secondo ISTAT, la produzione di vino in Trentino Alto Adige è stata di 1.1 milioni di ettolitri, in leggero calo rispetto al 2019. Siccome per puro caso sono riuscito a trovare una tabella con il dettaglio regionale del Ministero delle Politiche Agricole (a proposito perchè è stato fornito a Federvini che lo ha ripubblicato, mentre sul sito proprietario del MIPAAF non compare???), la produzione di vino 2020 è superiore a quella riportata da ISTAT ed è pari a 1.3 milioni di ettolitri. Comunque, qui si lavora con quello che si ha a disposizione, nella consapevolezza di trovarci di fronte a errori e inspiegabili discrepanze di dati. Mi fermo qui per non diventare offensivo. Il Trentino Alto Adige è la regione dei vini DOC per eccellenza (forse insieme al Piemonte per livello di penetrazione), con un costante incremento che secondo ISTAT ha raggiunto il 93% della produzione totale (secondo la tabella MIPAAF 83%). Passiamo ai dati che sono basati su ISTAT ma che come vedete qui sotto sono diversi da quelli del ministero…
I dati di bilancio 2020 di Mezzacorona (chiusura luglio) sono dal punto di vista commerciale abbastanza sovrapponibili a quelli di Nosio che abbiamo analizzato qualche giorno fa, quindi con una variazione positiva delle vendite nonostante l’impatto del COVID (che peraltro non è stato negativo per tutti, come vedremo tra qualche giorno con altri bilanci). Ovviamente siamo davanti a una cooperativa e quindi la valutazione del bilancio passa prima per la liquidazione ai soci che non per l’ultima riga del bilancio. A tale proposito nel 2020 le liquidazioni ai soci in valore assoluto sono calate leggermente (-3%), con un saldo decisamente positivo per la parte frutta (+27%), stabile per quanto riguarda gli apporti di vino e in calo del 10% circa nella porzione uve. In linea con Nosio, anche Mezzacorona ha visto invertirsi la tendenza positiva del debito (sempre calato negli ultimi anni) e ha chiuso con indebitamento netto di 113 milioni, in crescita di 11 milioni di euro. Per quanto riguarda le prospettive, gli amministratori tinteggiano un 2020/21 in positivo, nonostante la crisi, con l’attesa di incrementare i volumi e di sfruttare i benefici degli investimenti realizzati. Passiamo ai numeri allora.
Il bilancio di Nosio chiuso al 31 luglio 2020 reso disponibile sul sito mostra dei dati tutto sommato positivi, se visti nel contesto della sfida del COVID: il fatturato è cresciuto del 4% e l’utile netto è calato del 15% ma per colpa di un aumento delle tasse, senza il quale sarebbe rimasto stabile. Nosio è il braccio commerciale di Mezzacorona, con una produzione diretta di spumanti. I segni della pandemia sono ravvisabili nel calo delle vendite di spumanti (che comunque sono meno del 10% del fatturato aziendale) e probabilmente nel leggero incremento del debito dovuto al maggior capitale circolante (leggi: magazzino). Fuori queste due cose, se mi avessero detto un anno di questi tempi che questi sarebbero stati i numeri sarei stato forse scettico. Ovviamente la chiusura a luglio 2020 ha escluso forse un pezzetto di impatto negativo sulla seconda parte dell’anno, ma comunque come abbiamo visto da altre aziende che già hanno riportato (Masi qualche settimana fa), non tutti se la sono cavata bene come Nosio. Passiamo ai numeri allora.
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