Vranken Pommery


Vranken Pommery – risultati primo semestre 2024

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In un semestre molto difficile per le esportazioni di Champagne, Vranken Pommery ha ceduto circa il 7% del fatturato con un leggero calo anche in Francia ma è riuscita a migliorare i margini, frutto della strategia di premiumizzazione soprattutto sul marchio Vranken Pommery, oltre che grazie alla riduzione delle perdite della divisione vini fermi (“vini delle sabbie e della Provenza”). Il problema dell’azienda resta l’elevato indebitamento (730 milioni alla fine di giugno compreso di un piccolo impatto da IFRS16), più elevato del valore del magazzino, che si è tradotto in un significativo incremento degli oneri finanziari.

Alla fine, la situazione classica delle aziende della Champagne, primo semestre in perdita e secondo semestre in utile, si è ripresentata anche questa volta. Le prospettive non sono rosee, anche se la situazione viene “parafrasata” dicendo dopo la forte crescita post-Covid ci si attende una normalizzazione dell’attività. Se mettessimo insieme un secondo semestre stabile con il progresso del primo semestre, Vranken Pommery potrebbe comunque centrare un buon miglioramento a livello operativo, mentre gli oneri finanziari non dovrebbero scendere (nonostante l’evoluzione positiva dei tassi di interesse) a causa della struttura del debito, che è stata girata sul tasso fisso.

Grafici e tabella riassuntiva sono nel resto del post, compreso un ulteriore commento.

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Vranken Pommery – dati di bilancio 2023

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Come abbiamo già commentato guardando I risultati di LVMH e di Lanson, anche Vranken ha avuto un 2023 quasi a “due facce”, con una prima parte dell’anno ancora positiva, soprattutto nell’evoluzione dei margini e una seconda parte dell’anno in leggerissimo calo di vendite e con un margine sostanzialmente allineato a quello degli anni scorsi. Alla fine dei conti, nonostante l’aumento del debito (circa 10 milioni) è allineato all’aumento del magazzino (9 milioni), l’azienda non è riuscita a generare cassa sufficiente anche per pagare i dividendi agli azionisti, rimasti stabili a 7 milioni di euro. Come sempre, la relazione degli amministratori è avara di dettagli aziendali (mentre ci sono ricchissime informazioni sul mercato…) e nulla dice sulle prospettive dell’azienda per il 2024. Passiamo a una breve analisi dei principali dati contabili.

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La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2024

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Buongiorno. Il lavoro di oggi riguarda la valutazione delle aziende vinicole quotate, con I prezzi rilevati intorno al 15 gennaio e i multipli di mercato proiettati al 2024 e al 2025 secondo le stime degli analisti. Come sapete il 2023 è stato un anno eccellente per le borse mondiali, con crescite superiori al 20%. In questo contesto, se consideriamo il valore azionario cumulato del nostro campione (che è fatto dalle medesime aziende dell’anno scorso) troviamo un risultato nettamente meno positivo, circa +6%. Quindi la prima considerazione è che il settore del vino ha avuto un 2023 meno positivo che in altri settori (comprensibile, visto che i grandi temi del 2023 sono stati i tassi di interesse che hanno favorito le aziende del settore finanziario e la tecnologia, che ha supportato le “magnifice 7” americane). Nonostante questo, le valutazioni sembrano essere in leggera crescita. Le aziende della Champagne sono quotate a 2.9 volte le vendite, erano 2.7 lo scorso anno, le aziende internazionali stavano a 5.0 volte le vendite sono ora a 5.2 volte (ma senza Constellation Brands si scende da 4 a 3 volte), quelle europee (Schloss Wachenheim, Advini, IWB e Masi) stanno a 1.3 volte le vendite contro 1.2 volte lo scorso anno. Il 2024 è un anno molto più incerto: il crollo dell’inflazione farà calare i tassi di crescita (che per le aziende sono “nominali”), le valutazioni sembrano piuttosto elevate. Vedremo. Per ora se siete interessati nella tabella all’interno trovate altri grafici e la tabella con tutti i numeri.

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Vranken Pommery – risultati primo semestre 2023

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In attesa dei dati di Laurent Perrier, che chiude a settembre, analizziamo oggi i dati del primo semestre di Vranken Pommery. Sono buoni numeri, coerentemente con quanto visto durante il 2021. Anche se la crescita delle vendite rallenta (+5% nel primo semestre 2023, contro +7% nel secondo semestre 2022 e +20% nel primo semestre 2022), i margini sono in continuo miglioramento. Ciò che appare ancora più sorprendente è che Vranken Pommery ha mantenuto la sua indicazione su tutto l’anno di un +5% di fatturato. Alla luce della preoccupante evoluzione delle esportazioni di Champagne al rientro dalle vacanze, potrebbe esserci il rischio che l’obiettivo sia mancato. Ad ogni modo, per completare il quadro del primo semestre, purtroppo i progressi a livello operativo (quasi raddoppio dell’utile operativo) sono completamente vanificati dall’incremento degli oneri finanziari che alla fine portano a una perdita netta di 2 milioni, molto simile al 2022, anche se meglio che in passato. Il debito di “anno in anno” è stabile a 700 milioni, con un leggero calo del magazzino, altro segno che le cose potrebbero andare meglio. Passiamo a qualche dato e grafico in più nel resto del post.

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Vranken Pommery – dati di bilancio 2022

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I dati 2022 di Vranken Pommery rispecchiano i commenti e i dati trionfali relativi allo Champagne nel 2020, soprattutto nel secondo semestre, quando l’azienda ha messo a segno dei dati incoraggianti, migliori di quelli del primo semestre. L’anno si chiude con un incremento del fatturato dell’11% a 334 milioni, con un recupero in Francia e un forte sviluppo al di fuori dell’Europa, un MOL stabile (ma qui contano alcune revisioni contabili) e un utile operativo in crescita del 5%. Nel secondo semestre soltanto, tutti gli indicatori segnano una evoluzione positiva, salvo una leggera diluzione dei margini in percentuale alle vendite. Dove la situazione non migliora molto è nel livello del debito, sceso soltanto marginalmente, anche se finalmente si pareggia con il livello del magazzino. Se diamo un occhio ai risultati degli altri piccoli operatori quotati, risaltano certamente i dati di Lanson, mentre la strategia di premiumizzazione molto spinta di Laurent Perrier ha avuto un impatto molto negativo sui volumi. Passiamo a un commento di maggior dettaglio.

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