Fonte: Silicon Valley Bank
Questo studio e’ stato presentato al Vinexpo e si concentra sull’evoluzione attesa del settore del vino americano nei prossimi anni. Ci sono considerazioni molto interessanti e c’e’ un sondaggio dove escono degli spunti piuttosto sorprendenti. In un quadro che resta in generale positivo, con i consumi di vino in costante crescita e molto al di sotto degli standard occidentali, lo studio mette in luce le principali difficolta’ che stanno incontrando i produttori/distributori: (1) non si vendono piu’ i vini da oltre $50 alla bottiglia; (2) le vendite nei ristoranti vanno male; (3) non si trovano finanziamenti; (4) il mercato dei vini da collezione continua a calare; (5) la distribuzione continua a ridurre il numero di marchi trattati; (6) il quarto trimestre 2008 e’ stato il peggiore che si ricordi per il segmento dei vini di qualita’.
In questo scenario negativo, ci sono alcuni punti incoraggianti: (1) il mercato del vino americano va verso un eccesso di domanda che dovrebbe sostenere i prezzi; (2) nel corso del 2009, soprattutto dopo il primo semestre le vendite dovrebbero stabilizzarsi; (3) i consumi di vino continuano a salire. In questo momento, dai sondaggi i produttori meno preoccupati sembrano quelli che producono volumi elevati di vino di qualita’ medio-bassa: grazie anche al minore costo delle materie prime, questi produttori sembrano godere del “trading-down” dei consumatori verso vini meno costosi. Inoltre, i prezzi delle materie prime sono calati, rendendo i margini di produzione piu’ interessanti che nel 2008.
Il sondaggio mette in luce un forte pessimismo delle aree storiche americane Napa e Sonoma. Ma ci sono altre evidenze, piuttosto interessanti: (1) il fattore dimensione e’ oggi sentito meno: i piccoli produttori potrebbero avere piu’ flessibilita’ e controllo del processo produttivo in questa fase difficile; (2) i produttori piu’ pessimistici sono quelli che hanno prodotti nella fascia che supera i 40 dollari; (3) i produttori piu’ pessimisti sono quelli che sono sul mercato da piu’ tempo, mentre le nuove aziende sembrano meno preoccupate, forse perche’ stanno uscendo ora dalla fase di lancio e hanno strutture di vendita piu’ innovative.
Lo studio contiene anche qualche numero: vi presento l’andamento dei margini delle aziende che producono vino di alto livello dove potete apprezzare (1) che nonostante la crisi le vendite non siano calate su tutto il 2008 e (2) i margini sono rimasti su buoni livelli, soprattutto a livello industriale.
Uno spunto molto interessante viene invece nell’evoluzione della distribuzione in USA. Mentre in passato tutti i produttori venivano distribuiti, oggi si assiste a una concentrazione della distribuzione all’ingrosso che si focalizzano su alcuni produttori. In USA si stima ci siano 6000 produttori che producono 7000 etichette. I distributori sono oggi 550 (rispetto a oltre 1000 di 10 anni fa). Secondo alcuni studi, i primi 10 si prendono l’82% del mercato, gli altri 5990 sono schiacciati nel 18% del mercato. La crisi sta amplificando il problema: i distributori si ristrutturano e riducono il numero di venditori e di aziende rappresentate. Nessuno e’ in grado di accettare nuovi marchi. Si apre quindi un nuovo grande capitolo: quello della distribuzione diretta, che diventa critica per sopravvivere, per mantenere i margini (si guadagna meglio) e per aumentare la propria dimensione in modo da essere in grado di rendersi interessanti per un distributore. E qui entra pesantemente in gioco Internet.