I risultati 2009 di Cottin Freres sono stati martoriati sia dalla crisi che dalle decisioni dell’azienda di svalutare sia il valore del magazzino che quella degli avviamenti in bilancio. Di conseguenza, il 2009 (chiusura a settembre) ha mostrato una perdita netta di oltre 5 milioni, che ha eroso del 20% il capitale proprio dell’azienda. Peraltro, va detto che Cottin Freres non sarebbe stata profittevole (a partire dal margine operativo lordo in giu’) nemmeno senza i 4.7 milioni di euro di componenti stroardinarie incluse nel bilancio. Non tutte le cose sono state pero’ negative: come hanno fatto molte altre aziende, e’ stata l’occasione per far scendere il magazzino e ridurre il capitale circolante. Si e’ realizzata cosi’ una riduzione molto significativa dell’indebitamento, che sicuramente giovera’ ai conti 2010. Ma cosa dice l’azienda della Borgogna sul 2010? Che le cose vanno un po’ meglio e che ci si puo’ aspettare un ritorno al pareggio; per ora, nulla di piu’.
Le vendite sono scese del 7% a 39 milioni di euro: e’ il terzo anno consecutivo di calo dal picco di quasi 50 milioni del 2007. Se non fosse per le vendite in Francia, che crescono del 12% (dopo un +5% del 2008), le cose sarebbero andate anche peggio: le vendite in Europa sono in calo del 13% (con i paesi dell’EU che fanno -33%), mentre nel resto del mondo il calo e’ ancora piu’ accentuato a -16% (con gli USA a -30%).
I margini scendono a tutti i livelli, nonostante lo sforzo di ristrutturazione. Il margine industriale passa dal 26% al 21%, il margine operativo lordo passa sotto-zero a meno 5 milioni, e sarebbe comunque stato negativo anche senza gli oneri straordinari.
A fronte di un cosi’ forte deterioramento dei risultati, Cottin Freres ha messo in atto una politica di riduzione del debito molto aggressiva, sia attraverso la riduzione del capitale circolante che attraverso il taglio degli investimenti. Il magazzino e’ sceso da 35 a 16 milioni, soltanto in piccola parte per la svalutazione (3 milioni). Cosi’ il debito netto e’ passato da 24 milioni a 8 milioni, con un miglioramento molto significativo: come dicevamo, a questo hanno anche contribuito investimenti scesi da 1.5 milioni a 0.5, che insieme a circa 2.3 milioni di cassa bruciati dall’attivita’ prima della variazione del capitale circolante, portano il saldo della gestione di cassa in negativo per circa 3 milioni.
Il ritorno sul capitale si muove di conseguenza, amplificato in negativo dalla riduzione del capitale investito, sia per via del minor debito che del patrimonio netto che passa da 25 a 20 milioni.