I numeri da poco rilasciati da ISMEA/Nielsen sulle vendite al dettaglio in Italia parlano molto chiaro: il vino italiano ha continuato la discesa nel primo trimestre del 2010. Anzi, a voler essere precisi, ha accelerato il calo, facendo segnare un -4.7%, di cui -1% volume e -3.8% prezzo mix.
Si possono fare 5-6 considerazoni: (1) l’Italia e’ un paese (mercato) che considero ritardatario, nel senso che da noi le cose capitano con un discreto ritardo rispetto agli altri paesi. Se guardiamo ai dati del 2009, che bene sono visualizzati in tabella, il parametro di confronto era un primo trimestre 2009 con un laconico -0.6%, quando sembrava che in altri posti ci fosse la fine del mondo (vedi vendite di Champagne). Difatti, il mercato italiano ha cominciato a picchiare secco a partire dal secondo trimestre (primo semestre a -5%, il che implica un secondo trimestre vicino al -10%).
(2) questo dato e’ drogato da un numero molto positivo per gli spumanti, senza il quale il mercato sarebbe sceso del 7%. Il mercato degli spumanti del primo trimestre e’ quasi “fittizio” nel senso che e’ facile far venire fuori risultati molto positivi (come in questo caso) o molto negativi con poco sforzo.
(3) il cosiddetto “downtrading” e’ particolarmente evidente nel mercato del vino fermo, dove il prezzo mix crolla del 6%, anche se si confronta con un 0% del primo trimestre 2009. Cio’ significa che non stiamo raccontando una storia molto diversa da quella di tre mesi fa, quando commentavamo un -7.7% sul mercato 2009 per il prezzo mix. Il prezzo mix e’ molto piu’ negativo sul vino da tavola/IGT che sui DOC/DOCG (ma questo va anche letto in relazione allo scorso anno in cui ci fu un innaturale +5% del prezzo mix, quando il trend delle quantita’ e’ solo marginalmente peggiore nel DOC/DOCG. In altre parole, sembra che il consumatore non stia passando di categoria ma stia semplicemente riducendo il prezzo medio degli acquisti cercando di mantenersi nella stessa fascia di prodotto.
(4) come avete visto, i grafici di questo primo trimestre sono fatti con un indice 100 relativo ai valori/volumi/prezzomix del 2007. Considerato il tasso di inflazione, vi accorgerete che il mercato non e’ riuscito a incamerare il tasso di inflazione, salvo che per gli spumanti, per cui pero’ il dato sembra poco significativo.
(5) nel segmento dei vini DOC/DOCG, che dovrebbe essere il futuro del vino italiano, l’andamento a volume e’ stato relativamente buono (-1%), contro un calo del 4% del prezzomix. La tabella e il grafico, pero’, la dice molto piu’ chiaro delle parole.
(6) nel caso degli spumanti, per quanto possiamo considerare strano un numero cosi’ positivo (+14% valore, -4% volume), c’e’ da immaginare che questo trend storico, che mette le vendite del primo trimestre 2010 al 70% sopra al dato 2007 sia (speriamo) il risultato degli sforzi di marketing del settore di “destagionalizzare” il consumo dello spumante.