Aggiorniamo oggi il post sulle DOC/DOCG con i dati pubblicati da INEA e aggiornati al 31 luglio 2009. In Italia a quella data c’erano 479 denominazioni, 3 in piu’ del 2008 (il Dolcetto di Ovada, il Conegliano Valdobbiadene-Prosecco e il Colli Asolani-Prosecco hanno ottenuto la DOCG; il Prosecco la DOC). Si tratta di un incremento netto di 3 denominazioni, di cui due sono nel Veneto. C’e’ pero’ anche un cambio di mix, con uno spostamento di una DOC in DOCG in Piemonte. Data la stasi della produzione di vino e il leggero incremento delle denominazioni, non ci sono buone notizie sulla dimensione media per denominazione, che resta intorno ai 40mila ettolitri di vino all’anno, troppo poco per avere un potenziale di promozione di tutto lo spettro. Meglio sembrano i dati delle 120 IGT italiane, che invece viaggiano intorno a 109mila ettolitri per denominazione, un livello piu’ interessante, che potrebbe consentire una piu’ attiva promozione del marchio.
Come sempre ci sono le eccezioni alla regola. Quando guardiamo la classifica delle denominazioni per regione e la produzione di vino si possono fare altre considerazioni. In alcune regioni come l’Abruzzo o il Trentino le denominazioni hanno una dimensione media superiore ai 100mila hl (oltre 200mila nel caso dell’Abruzzo). La presenza di denominazioni cosi’ grandi consente effetti significativi sia in termini di capacita’ di promozione che dal punto di vista della penetrazione nella GDO. Non sara’ sicuramente passato inosservato il peso dei prodotti abruzzesi al supermercato, cosi’ come quello di quelli trentini, che potendo fare leva su grandi DOC hanno anche aziende di dimensioni significative a supportarli.
Relativamente agli altri dati regionali, non si vedono chiare tendenze, salvo che le denominazioni di Liguria, Calabria, Sardegna, Basilicata e Sicilia, tutte sotto la media di 10mila ettolitri per DOC/DOCG: qui le DOC dovrebbero dimezzarsi, oppure, nel caso di una regione come la Sicilia che ha 29 DOC dovrebbero diventare 3 da 100mila ettolitri invece che 29 da 9900.
Sarebbe il momento giusto per fare queste cose, anche approfittando dei fondi che saranno disponibili nei prossimi 4-5 anni nell’ambito della OCM Vino ai fini della promozione. Ma ho paura che come non verranno toccate le province italiane, nulla si fara’ per accorpare le denominazioni…
—ERRORE?
Una domanda: le DOCG sul sito ufficiale dei disciplinari risultano 48, non 43..discrepanza temporale dal 2007 o errore Suo?
Cordiali saluti.
Niccolò
Buongiorno Niccolo’,
ho rincontrollato. Al 31/7/2009 secondo il documento INEA c’erano 43 DOCG.
Probabilmente le altre sono state istituite successivamente al luglio 2009.
Grazie comunque della segnalazione (si sbaglia spesso e volentieri!) e a presto
Marco Baccagloi
The Growing Italian DOCG List ~ Now up to 50
http://acevola.blogspot.com/2010/04/growing-italian-docg-list-now-up-to-50.html
E come ben sai Marco, non è ancora finita…
http://vinoalvino.org/blog/2010/09/tre-nuove-docg-per-il-veneto-malanotte-ma-la-notte-ma-la-notte…-no.html
Ciao Paolo, purtroppo hai proprio ragione, il fiume delle DOC (DOP?) continua a ingrossarsi e non sembra esserci nulla da fare.
Una soluzione potrebbe essere quella di mettere un minimo di ettari, oppure mettere brutalmente una tassa annuale, da dividere sugli ettari iscritti alla DOC. Quanti piu’ sono gli ettari, tanto meno si paga per ettaro.
Se una DOC piccola vuole sopravvivere deve essere veramente una DOC, quindi con un prodotto che possa essere venduto a un prezzo che giustifichi il mantenimento di un nome registrato, di una commissione di degustazione e di un certificatore. Finche’ tutte queste cose restano a carico dello stato (cioe’ nostro), che gliene frega, alimentiamo il narcisismo dei nostri viticoltori.
bacca