I risultati del primo semestre di LVMH (che e’ il leader mondiale nel segmento Champagne) mostrano un parziale recupero di vendite e margini, che comunque restano largamente al di sotto di due anni fa, prima della crisi. Cio’ e’ tanto piu’ vero se restringiamo l’analisi al sottosegmento Champagne&Wine, rispetto all’intera divisione Wine&Spirits del gruppo: se il Cognac ha recuperato oltre l’80% degli utili persi tra il 2008 e il 2009, nel segmento vini e Champagne soltanto il 35% circa del calo degli utili e’ stato ripreso con i primi 6 mesi. E i primi 6 mesi del 2010 sono stati piuttosto interessanti, caratterizzati secondo l’azienda da un “re-stocking” che non si ripetera’ nei prossimi mesi (anzi, prevedono un nuovo movimento di de-stocking, cioe’ di riduzione delle scorte nella distribuzione).
Le vendite sono salite del 21% a EUR1302m, di cui EUR721m nel segmento Cognac e EUR581m nel segmento Champagne e vini. La crescita organica e’ stata del 18% (+16% nel secondo trimestre), oltre a un beneficio dai cambi del 3%. I volumi di Champagne sono cresciuti del 23% a 19.3m di bottiglie, cui si aggiungono altri 5m di bottiglie tra vini e altri vini spumanti. Le vendite di vini e Champagne sono cresciute del 27%, anche beneficiando del suddetto effetto cambi. Nonostante il rimbalzo, le vendite di Champagne restano circa il 16% sotto il picco del primo semestre 2007 (23.1m di bottiglie) e, allargandoci alla divisione Champagne e Vini, il fatturato e’ il 12% circa sotto il livello del primo semestre 2008 (record con EUR656m).
Quello che e’ visibile nell’ambito del fatturato diventa ancora piu’ evidente passando ai margini. La divisione ha totalizzato EUR326m di utili nel primo semestre, con un margine del 25%, contro il 22% del H1-09 e il 32% del primo semestre 2008. Il recupero del margine e’ stato piu’ evidente nel segmento spirits e cognac, con un margine del 29%, mentre la divisione Champagne e vini e’ ancora molto in ritardo, con un margine del 20.5% nel primo semestre (per un totale di EUR119m).
Il recupero di questo primo semestre, unito a una stabilita’ del capitale investito, ha consentito al gruppo di mantenere un ritorno sul capitale sopra il 10%, e per la precisione circa l’11.5% se calcolato sul capitale investito medio. E’ un risultato molto positivo, se considerato la tendenza negativa del mercato (il risultato terribile del secondo semestre potra’ essere migliorato quest’anno) e il fatto che l’azienda ha raggiunto il massimo storico in termini di valore dei prodotti in fase di affinamento a EUR3.2 miliardi, che corrispondono a circa il 108% delle vendite annuali (a giugno 2010) del gruppo.
La strategia di LVMH non cambia: nel secondo semestre ci si focalizzera’ sui prodotti alto di gamma per cerca di ravvivarne la domanda. Sembrano anche piu’ lontane le voci che davano il segmento vino come in via d’uscita da LVMH, sfruttando la partnership con Diageo che detiene il 40% dell’attivita’. Per quanto gli inglesi possano essere interessati, c’e’ molto scetticismo relativamente alla possibilita’ che i francesi acconsentano ai loro piu’ grandi Champagne (e vini dolci) di attraversare la manica. Nonostante il comodo tunnel.
Sarebbe interessante, capire come si è comportato nel primo semestre 2010 nel sottosegmento Champagne/Wines, quello del nuovo mondo, in particolare l’Australia e la Nuova Zelanda, l’impressione è che soprattutto su brand tipo Cloudy Bay, la spinta di marketing sia forte da parte del Gruppo.
Purtroppo i dati non sono disponibili e nemmeno desumibili
bacca