Le esportazioni di vino hanno beneficiato di una ulteriore accelerazione in giugno (+12%) e hanno chiuso il semestre con un progresso di poco superiore al 9%. Dove stanno le buone notizie? La situazione sembra essere piu’ equilibrata, con un recupero degli spumanti guidato dai volumi e una stabilizzazione del vino sfuso. I vini imbottigliati continuano a crescere (+13% in giugno) ora trainati dalle vendite americane (il cambio quest’anno ci aiuta, bisogna ricordarselo), mentre la Germania dopo aver sostenuto l’export e’ in fase di stabilizzazione (-1% a maggio, +8% a giugno). La novita’ forse e’ che il mercato giapponese comincia a muoversi di nuovo, con un forte rimbalzo delle esportazioni occorso negli ultimi 2-3 mesi che ha portato il totale di vino imbottigliato a crescere del 7% su base annua a quasi 80 milioni di euro. La festa pero’ potrebbe essere quasi finita: nella seconda meta’ del 2010 il confronto sara’ piu’ arduo, soprattutto negli ultimi 2 mesi dell’anno e le esportazioni di vino si stanno di nuovo avvicinando al massimo storico di due anni fa; nello stesso tempo, le aspettative sulla crescita economica mondiale si sono affievolite.
Ma andiamo nel dettaglio dei grandi numeri: l’export dei primi 6 mesi e’ stato di 1.74 miliardi di euro, +9.4%, fatto di un +11% dei vini imbottigliati a 1.42 miliardi e da un recupero del 10% degli Champagne a 169 milioni. I vini sfusi pagano il calo dei primi mesi dell’anno e scendono del 5% a 147 milioni. I volumi sono la principale ragione della crescita e raggiungono 9.7 milioni di ettolitri nei primi 6 mesi dell’anno, +8%. In questo caso, i vini imbottigliati sono quelli che crescono meno, con un +6% a 5.9 milioni di ettolitri, mentre il vino sfuso ha superato i 3 milioni di ettolitri (+8%) e gli spumanti sono saliti a 0.7 milioni di ettolitri (+27%).


L’Italia esporta vino a 1.8 euro al kilogrammo (vale la pena di ricordare ogni tanto che i nostri ettolitri sono in realta’ kilogrammi e che per semplificare usiamo parificarli ai litri, anche se si tratta di pesi lordi). Troppo poco rispetto ad altre nazioni: facciamo bella figura soltanto con gli spagnoli, mentre gli argentini cominciano a superarci; per rendere le nostre esportazioni sostenibili nel lungo termine, dovremo gradualmente muoverci su fascie di mercato piu’ protette dalla concorrenza dei paesi che possono godere di costi piu’ bassi.
Infine, volendo fare un calcolo molto semplicistico ma piuttosto significativo, il recupero delle esportazioni e’ essenzialmente “targato USA”. Da inizio anno a oggi l’export in USA ha recuperato 100 milioni di euro. La Germania invece sembra aver raggiunto una sorta di tetto che non riesce a sfondare, a un livello di 7.1 milioni di ettolitri e 875 milioni di euro. Il grafico che vi allego e’ piuttosto buffo…

