I risultati del secondo trimestre del colosso Constellation Brands sono stati accolti in modo molto favorevole dal mercato. Il gruppo si sta rimettendo sulla strada giusta. In breve: (1) in USA la rifocalizzazione dei distributori (sul 60% del mercato dell’azienda) sta cominciando a dare i risultati sperati e la quota di mercato sembra in aumento, nonostante la debolezza persista nel canale dei ristoranti; (2) in Europa e Australia il taglio dei costi procede spedito e, seppure le perdite permangono, queste sono meno significative del passato; (3) la generazione di cassa e’ buona, tanto che Constellation e’ riuscita a ricomprarsi azioni proprie per 300 milioni di dollari nei primi 6 mesi dell’anno senza far crescere il debito. Sono ora di fronte al terzo trimestre dove normalmente il debito scende essendo il periodo piu’ favorevole dell’anno. Constellation quindi generera’ piu’ cassa di quanto aveva annunciato inizialmente e questo, insieme ai tassi di interesse bassi, consentira’ di centrare gli obiettivi di utile.
Una parziale verita’ che sta dietro questi numeri e’ anche che la categoria vino in USA sta andando un po’ meglio di quello che ci si aspettava a inizio anno, dovremmo essere intorno a un +3%, cioe’ nella fascia piu’ ottimistica delle previsione. E quello che e’ ancora piu’ positivo e’ che Constellation Brands ha dichiarato che il “trade-up” sta tornando, con i vini da 5 dollari o meno che sono stabili e i superpremium che crescono di oltre il 10%. Quindi gli sforzi promozionali del gruppo stanno cominciando a dare dei risultati. La strategia resta focalizzata sul taglio del debito, quindi nessuna acquisizione all’orizzonte. Le azioni hanno festeggiato con un bel +4%.
Veniamo ai numeri. Le vendite del trimestre sono leggermente scese a 863 milioni, di cui 808 milioni nel segmento vino, praticamente stabili rispetto allo scorso anno. La causa del calo e’ stata questa volta la vodka che aveva una base di comparazione particolarmente difficile. L’andamento organico delle vendite mostra un decremento dell’1% per il segmento vino, interamente concentrato in Europa (UK in primis) e Australia, che scendono a parita’ di cambi del 12%, mentre come gia’ dicevamo sopra in USA le vendite sono salite del 4%. Se e’ vero che questo +4% e’ in parte influenzato dal “restocking” dei nuovi distributori, e’ anche vero che e’ il primo trimestre positivo da un anno a questa parte e che si innesta su un trimestre dello scorso anno che era gia’ andato bene.
I margini sono in leggero calo in Nord America, dal 29% al 27.6% a causa delle minori vendite di vodka, mentre la parte europea e australiana restano una palla al piede, con una perdita operativa di 3 milioni. Aggiungendo costi corporate e oneri di ristrutturazione, si giunge a un utile operativo del trimestre di 133 milioni, in calo del 4% rispetto a 139 milioni del trimestre del 2009. L’utile netto e’ sceso dell’8% a 91 milioni, ma su base annua, come vedete dal grafico, si puo’ parlare di una stabilizzazione sui livelli pre-crisi.
Concludiamo con la struttura finanziaria che vede il debito a 3.8 miliardi di dollari, sostanzialmente stabile rispetto alla fine dell’anno fiscale ma in calo di 0.2 miliardi rispetto a 3 mesi fa. Nel terzo trimestre dovrebbe scendere ulteriormente. Resta un debito piuttosto elevato, ma certamente Constellation sembra avere saldamente intrapreso la strada giusta.