Le esportazioni di spumante italiano nel 2010 sono cresciute del 16% nel 2010 a 446 milioni, colmando quasi completamente l’impatto negativo della crisi del 2009, che aveva portato le esportazioni a un calo da 460 milioni a 385. Si tratta di un risultato raggiunto principalmente attraverso i volumi, che sono cresciuti nel 2010 del 22% circa a 1.9 milioni di ettolitri. In questo caso, si tratta del piu’ alto livello mai raggiunto dalle esportazioni di spumanti italiani. Guardando ai dati generali, spicca chiaramente il forte rimbalzo della Russia, che e’ ora saldamente il quarto mercato per i prodotti spumantistici italiani, a 39 milioni (+85%, con un +104% dei volumi). Vanno pero’ bene tutti i principali mercati, dato che la Germania cresce dell’11%, gli USA del 20% e il Regno Unito del 15% (dopo essere stato negativo fino a tutto il mese di settembre 2010). L’unico mercato negativo tra i grandi e’ la Francia, con un calo delle esportazioni del 17% (poco male, trattasi di 10 milioni di euro). La tendenza e’ in forte accelerazione soprattutto grazie ai dati dell’ultimo trimestre, che hanno segnato un incremento del 21% nel periodo piu’ significativo dell’anno (circa il 35-40% delle esportazioni sono nell’ultimo trimestre).
Entrando nel dettaglio per prodotto, che a partire dal 2010 e’ stato suddiviso in maniera piu’ efficiente, si puo’ apprezzare come in realta’ questo +16% sia fatto da un pezzo, l’Asti Spumante, che viaggia a una velocita’ dell’11% e l’altro pezzo (il 65% del totale) che invece cresce del 18% circa rispetto all’anno scorso. Purtroppo non abbiamo i dati di confronto 2009.

In questo quadro di successo, possiamo delineare alcune considerazioni interessanti sull’andamento del prezzo mix e dei volumi:
• La perdita di prezzo-mix a favore dei volumi caratterizza soprattutto il resto del panorama degli spumanti e non l’Asti, che a dire il vero fa +11% a valore e soltanto +9% a volume.
• Questa considerazione e’ contraria alla percezione che l’Asti sia la causa della diluizione del prezzo-mix italiano: non e’ vero sia perche’ il suo prezzo mix migliora e non peggiora e nemmeno perche’ il suo peso aumenta, dato che diminuisce (per quanto venduto a prezzi al litro “sacrificati” rispetto agli altri prodotti, 1.94 euro al litro contro 2.36).
• Il problema e’ semmai che abbiamo inondato il mondo con 1.1 milioni di ettolitri di altro spumante (di cui circa 0.5 milioni di spumanti DOP) rispetto agli 800mila ettolitri dell’anno precedente, +35% a un prezzo passato da 3.05 euro al litro a 2.68 euro al litro, quindi -12%
Meglio non guardare in bocca a caval donato.

Restano delle considerazioni interessanti sul posizionamento per mercato dei prodotti italiani. Vi ho messo la suddivisione dei primi 4 mercati perche’ e’ emblematica. Dei primi 4 mercati, tre sono grandi mercati per l’Asti. In Germania l’Asti e’ il 41% dell’export italiano, in USA il 34% e in Russia ben il 69%, contro un livello del 28% nel resto del mondo. L’unico tra i grandi mercati non Asti-dipendente sembra essere il Regno Unito, dove invece la fanno da padrone gli altri spumanti DOP.