Indagine Wine Market Council sui consumatori americani di vino

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Il Wine Market Council propone come ogni anno una slideshow sul consumatore americano. Quest’anno lo studio approfondisce due aspetti: il passaggio dal consumatore saltuario a quello abituale e l’utilizzo dei nuovi media (internet e sue applicazioni) nella fase di reperimento delle informazioni ma anche di acquisto. Quali sono le conclusioni del rapporto: (1) che il consumo di vino in USA continua a crescere per il passaggio di consumatori da una frequenza saltuaria al consumo abituale di vino; (2) che questa tendenza e’ visibile in tutte le fasce dei consumatori, anche se il progresso piu’ significativo e’ quello della fascia di eta’ tra i 30 e i 45 anni (Generation X); (3) che i giovani si stanno orientando su nuovi vitigni, come il Malbec e lo Syrah/Shiraz, mentre il gradimento di alcuni prodotti come il Pinot Grigio non sembra crescere tra i giovani rispetto agli anziani; (4) che i nuovi media hanno un’influenza crescente (ci avreste scommesso), anche se dobbiamo considerare la particolarita’ del mercato americano; (5) che i prodotti del nuovo mondo incontrano sempre di piu’ le preferenze dei consumatori, a differenza di quelli del vecchio mondo, soprattutto francesi, tedeschi e portoghesi.



Secondo lo studio i consumatori abituali di vino sono oggi il 20% degli americani. Tanta roba, considerato che nel 2000 erano soltanto il 10% e nel 2009 erano il 16%. Il vino sembra rimpiazzare birra e liquori ma stanno anche diminuendo i consumatori astemi, che secondo lo studio sono scesi dal 43% al 39% della popolazione potenzialmente bevitrice.

Dove aumenta il consumo abituale? Qui lo studio fa un confronto tra il 2005 e il 2010 e dice che mediamente i consumatori abituali sono oggi il 57% dei consumatori totali di vino, rispetto al 43% del 2005. Quindi siamo di fronte a un ribaltamento della situazione. Cio’ e’ vero soprattutto nella fascia di popolazione chiamata Generation X (29-45 anni) dove gli abituali sono il 62% (contro il 41% del 2005), mentre “la presa” del vino tra i giovani (Millenial) sembra essere meno significativa con soltanto il 51% di consumatori abituali. Sempre di piu’ del 37% del 2005 ma sia il valore assoluto che l’incremento e’ tra i piu’ bassi.

Ci sono poi delle statistiche sui vitigni, dove risulta la forte preferenza per gli internazionali anche tra i giovani, mentre cresce l’apprezzamento per Malbec e Syrah, che invece i consumatori anziani non consumano abitualmente. A guardare queste statistiche sembrerebbe che la “deriva demografica” non premierebbe ne’ lo Chardonnay (consumato abitualmente dal 13% dei giovani e dal 12% degli anziani) ne’ il Pinot Grigio (13% contro 11%).

I nuovi media. Le statistiche le vedete: il 14% dei consumatori abituali compra online quando invece l’acquisto diretto “fisico” e’ il 37%, il 64% si informa attraverso internet, il 38% usa il social media per discutere del vino e il 45% usa Twitter per restare connessi alla propria comunita’ vinicola. Tutte percentuali che lasciano intendere che un produttore americano non puo’ permettersti di stare fuori da questa partita.


Infine, il gradimento per nazione. La statistica e’ la differenza tra quelli che gradiscono di piu’ e quelli che gradiscono di meno e varia per fascia di eta’. I francesi sono messi male a tutte le eta’, come i tedeschi (anche se un po’ meno). Italiani e spagnoli fortunatamente incontrano il gusto dei giovani, ma certamente la “variazione di gradimento” in positivo dei prodotti australiani, neozelandesi, cileni e argentini sono un’altra cosa. La promozione e il marketing contano e sarebbe meglio che anche noi italiani cominciassimo a preoccuparci un po’ di piu’ di questi aspetti.

Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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