Campari – risultati divisione vino 2010

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Se e’ vero che Campari ha come strategia l’espansione nel segmento spirits e nell’Aperol il suo cavallo di battaglia, e’ altrettanto vero che la sorpresa del 2010 e’ stata la divisione vino, almeno se confrontata con quelle che erano le ipotesi di partenza. Le vendite del business vino sono balzate al massimo storico di EUR175 milioni di euro, con un piccolo contributo dall’acquisizione in Ucraina, mentre gli utili sono arrivati al massimo storico da quando l’azienda ha deciso di comunicare il “margine di contribuzione”, cioe’ dal 2007 a questa parte. Come avevamo avuto modo di commentare anche nei precedenti post sull’argomento, l’incremento dei margini non e’ tanto dovuto a un incremento del margine industriale quanto a una forte riduzione delle spese pubblicitarie, in parte non ripetibile nei prossimi anni.



Passiamo ai numeri. Le vendite di 175 milioni sono cresciute del 10% in termini organici nel 2010 e del 13% quando si includono il piccolo contributo dalle acquisizioni (1%) e dai cambi (2%). A livello di marchio, circa 100-105 milioni del totale sono rappresentati da Cinzano (di cui circa 40 milioni sono vermouth), mentre Sella e Mosca contribuisce circa EUR24-25 milioni e tutto il resto circa 48. L’andamento delle vendite e’ andato decisamente migliorando durante l’anno, tanto che nei primi 9 mesi la divisione aveva ancora un -1% in termini organici, diventato poi +10% nell’ultimo trimestre dell’anno, decisamente il piu’ importante.

Il margine industriale resta al 38%, un livello molto simile al 37-39% degli ultimi anni. La crescita delle vendite ha pero’ un effetto molto positivo sul totale, che passa da 58 milioni a 66 milioni. La contrazione delle spese pubblicitarie da 27 milioni a 20 milioni (2009 contro 2010) determina un forte balzo del margine di contribuzione che sale da 31 a 47 milioni di euro. Con questo numero, la divisione vino rappresenta esattamente il 10% del totale consolidato di Campari e, presa la crescita rispetto al 2009, possiamo dire che circa un quarto della crescita totale del gruppo nel 2010 e’ stata generata dalla divisione vino.

Se guardiamo alla geografia ci accorgiamo della forte impronta internazionale del gruppo che ormai esporta il 75% delle vendite. In Italia il business ristagna con un +4% rispetto al -7% dell’anno precedente il che significa che le vendite non sono state recuperate, mentre in Europa e in America le crescite sono eccellenti con un +19% e un +74% rispettivamente. Oggi circa il 55% del business vinicolo di Campari si realizza in Europa (ex Italia), presumibilmente con la Germania e la Russia a farla da padroni.


Annotazioni per marchio
• Cinzano spumanti, +10%, Italia e Germania ok ripresa in Russia che e’ il terzo mercato;
• Cinzano Vermouth, +14%, ripresa in Russia che torna a essere il principale mercato. In Argentina e’ cominciata in settembre la commercializzazione diretta della marca con buoni risultati;
• Riccadonna, -19% a causa del cambio di distribuzione in Australia, principale mercato;
• Mondoro, +46% grazie alla Russia,
• Sella e Mosca, +6% principalmente dall’export.
• Cantine Serafino, +10% e Terruzzi&Puthod -2%.

Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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