Come e’ accaduto anche per le altre aziende dello Champagne, i risultati 2010 di Lanson BCC sono passati piu’ attraverso un recupero delle vendite che non una crescita dei margini. I risultati, presi in valore assoluto, sono chiaramente inferiori al picco del 2007-08. Le prospettive sono pero’ buone. Le vendite dei primi mesi del 2011 sono incoraggianti (in crescita del 12% anche se questo dato nasconde un andamento prima delle attivita’ di trading migliore, +17%), anche se il primo trimestre e’ soltanto il 15% delle vendite annue e la strategia e’ quella di continuare a crescere soprattutto con un occhio ai mercati esteri. Lanson ha anche ripreso a investire comperando nuove vigne nella zona dello Champagne (tra cui una tenuta biologica di 13 ettari). La ripresa del cammino di crescita ha premiato anche la performance borsistica. L’azione e’ tornata a superare la soglia dei 60 euro a giugno, dopo che al culmine della crisi a marzo 2009 era scesa a circa 25 euro. Anche in questo caso il picco di fine 2007 (100 euro!!!) e’ lontano. Volete comperarvela? A questi prezzi costa 352 milioni di euro.
Le vendite sono cresciute dell’11% a 305 milioni di euro. La crescita organica sarebbe stata dell’8% circa, raggiunta principalmente attraverso i volumi, che per il gruppo sono cresciuti del 6% in totale a 22.3 milioni di bottiglie. Le vendite sono andate molto bene all’estero, dove il fatturato e’ salito del 23% e dove il gruppo spedisce il 45% dei suoi volumi (39% nel 2009), mentre la Francia, che rappresenta 179 milioni dei 305 totali e’ cresciuta soltanto del 2%.
I margini sono rimasti stabili in percentuale alle vendite, anche se bisogna dire che oggi Lanson non ha subito questa grossa flessione. Il MOL e’ salito da 46 a 49 milioni, a poco piu’ del 16% del fatturato nonostante un leggero aggravio dei costi per gli acquisti (dal 63.8% al 64.6% delle vendite). L’utile operativo sale da 38 a 42 milioni di euro e l’utile netto da 16 milioni e’ passato a 19 milioni. Il record di 25 milioni di utile (aggiustato per i componenti straordinari) e’ forse gia’ raggiungibile in questo 2011.
Dal punto di vista finanziario, Lanson BCC ha ripreso a investire dopo il black out del 2009 (3 milioni soltanto di investimento). Gli investimenti sono stati 20 milioni e sono principalmente nell’area agricola, dove il gruppo ha acquistato circa 17 ettari di vigneto, portanto il livello di vigneti di proprieta’ da 88 ettari a 105 ettari. Cio’ ha avuto implicazioni sul debito che non e’ sceso (468 milioni rispetto a 471 milioni del 2009), nonostante la gestione abbia registrato una generazione di cassa di circa 25 milioni di euro, un peggioramento di soltanto 4 milioni di euro del capitale circolante e solamente 2 milioni di euro pagati come dividendo. La struttura del capitale resta solida, a dispetto dei ratio finanziari molto alti (9.5x debito/MOL), dato che circa 390 milioni di debiti sono legati al magazzino di circa 424 miloni.
Il capitale investito sale quindi a oltr 640 milioni, rendendo piu’ difficile generare un buon ritorno. Infatti, il ritorno sul capitale di Lanson resta sotto il 7% rispetto a un valore di circa il 9% a cui ci aveva abituato anni fa.