Fonte: ISMEA
Abbiamo seguito l’andamento dei prezzi dei vini all’origine con un po’ di supponenza negli ultimi mesi, avendo relegati a un piccolo commento all’interno dei post sui costi e margini delle imprese vinicole . Ora, visto quello che sta succedendo, e’ forse il caso di dedicargli un paio di post. Oggi andiamo a vedere le tendenze generali, aggiornate a Novembre 2011, cosi’ come si possono leggere sul sito internet di ISMEA. Alla fine trovate le conclusioni…
• L’effetto combinato dell’OCM vino e dell’incremento delle esportazioni ha riportato in tensione il mercato dei vini all’origine. A partire da settembre 2010 i prezzi hanno cominciato a crescere, ma hanno subito una evidente accelerazione a partire dalla seconda meta’ del 2011, quando e’ stato evidente che la vendemmia sarebbe stata molto limitata (si parla di 40 milioni di ettolitri).
• L’incremento di prezzo e’ “inversamente proporzionale” alla qualita’ dei vini: vini da tavola crescono di piu’ dei vini IGT e dei vini DOC/DOCG, ricalcando al contrario l’andamento visto sino al 2009.
• Andiamo a guardare i numeri in particolare. Nei vini da tavola, la media dei prezzi 2011 (presi fino a Novembre) e’ del 13% e 15% rispettivamente per bianchi e rossi rispetto alla media del 2010. Questo numero pero’ non dice tutto, dato che non cattura l’ultimo forte incremento: se guardiamo ai prezzi di Novembre 2011 contro quelli di un anno fa arriviamo a delle crescite di circa il 33-35%.
• I vini IGT hanno avuto un andamento meno favorevole. Il loro premio rispetto ai vini da tavola e’ sceso al 20-25% quando ai picchi della crisi 2009 aveva raggiunto e superato il 50%. Anche per i vini IGT i prezzi stanno pero’ crescendo: 5-10% in piu’ sul 2010 per la media 2011, circa il 25% in piu’ sul dato puntuale anno su anno.
• I vini DOC/DOCG sono gli ultimi a muoversi (anche se il Barolo, di cui mostriamo un grafico, ha cominciato a crescere prima). Visivamente potete vedere dal grafico che i vini DOC sono rimasti fermi fino a quest’estate, almeno per quanto riguarda i bianchi, mentre i rossi hanno dato cenni di crescita gia’ a partire da fine 2010. Anche per loro vale il discorso degli IGT: il premio sui vini da tavola e’ calato dal 170% al 110% circa, il loro prezzo medio 2011 sara’ ancora piuttosto simile al 2010 (-5% per i bianchi, +6% per i rossi), con dei prezzi di uscita piu’ elevati del 10% circa rispetto all’anno passato.
Che cosa significa tutto questo e perche’ succede? Come dicevamo, l’effetto della riduzione della superficie vitata sta riducendo la disponibilita’ di vino, soprattutto di vino di minore qualita’, cioe’ quello da tavola. Quindi i prezzi tornano in tensione.
Quali sono le conseguenze? L’incremento dei prezzi all’origine del vino determinera’ una tensione (incremento) sui prezzi finali dei vini, dato che la maggior parte dei volumi viene realizzata da trasformatori. Cio’ determinera’ un incremento degli utili (e del ritorno) degli agricoltori, per quanto forse bisognerebbe parlare di minori perdite, a danno di chi non e’ integrato verticalmente. Una volta che le tensioni sulle materie prime si saranno trasferite nei prezzi di vendita, anche le cooperative dovrebbero trarne un vantaggio, riuscendo quindi a liquidare i propri associati meglio che in passato.