
Fonte: New Zealand Wine
La Nuova Zelanda ha assorbito la sbornia della crisi dal punto di vista delle scorte di vino e dell’andamento delle sue esportazioni. Non lo stesso invece e’ successo per il valore del suo prodotto, cioe’ il prezzo delle uve laggiu’ prodotte, che continua a calare. Ne risulta un quadro, che ora andiamo a vedere nello specifico, in cui si profila una ripresa, con produzione comunque in crescita, ma con margini bassi e, nel futuro, una graduale stabilizzazione della produzione.
• Il 2011 e’ stato un anno molto buono per la produzione, con la resa per ettaro salita da 80 a 98 quintali per ettaro, su una superficie ormai destinata a restare stabile intorno a 33600 ettari. Si sono quindi prodotti 2.35 milioni di ettolitri di vino, il 24% in piu’ del 2010 e al di sopra del precedente massimo storico di 2 milioni di ettolitri.
• Il numero delle aziende vinicole continua a crescere, sono ora 700 circa, con una superficie media di 48 ettari, il 3% in meno del 2010. Tra i dati non pubblicati pero’ spicca quello della distribuzione delle cantine per dimensione, che evidenza la salita da 6 a 10 delle cantine definite localmente “grandi”, cioe’ con una produzione superiore a 4 milioni di litri annui.
• Data la struttura del vigneto locale e le previsioni future, la Nuova Zelanda sembra arrivata al suo massimo potenziale produttivo. Certo, le rese possono sempre salire, ma i 98q/ha del 2011 cominciano a essere un valore al quale la qualita’ generale viene messa in discussione.
• Per questo motivo, il discorso si muove sul valore delle uve, e su questo punto sono dolori. Oggi un quintale d’uva vale 117 dollari locali, con un calo del 9% rispetto al 2010, ma del 45% rispetto al picco del 2008. Se si moltiplica la produzione di uva con questi valori, ne deriva un valore della produzione di 3.8 miliardi di dollari locali, in crescita del 12% sul 2010 (grazie alla produzione maggiore) ma del 38% al di sotto del picco storico. Questo spinge al consolidamento.
• Le esportazioni sono cresciute del 5% in valuta locale a 1.5 miliardi di dollari, meno delle percentuali che vediamo in Italia e in Francia, ma dobbiamo ricordare che in NZ non sono mai calate con la crisi. La % di vino sfuso nel mix delle esportazioni e’ stabile al 30%, mentre nel campo dell’imbottigliato, il Sauvignon Blanc continua a rappresentare l’80% delle esportazioni,
• Nel mercato locale si assiste a un continuo incremento del prodotto domestico nei consumi, mentre i vini stranieri sembrano essere in calo, nonostante la forza del dollaro neozelandese dovrebbe renderli piu’ competitivi. Le statistiche dicono che a fronte di un consumo procapite stabile di 21 litri, soltanto il 30% e’ di vino straniero contro circa il 40% degli anni passati.




