ISMEA si è recentemente prodigata in un restyling del suo pezzo congiunturale sul settore vinicolo, con un deciso incremento delle informazioni relative al commercio estero. Purtroppo, sotto altri aspetti le interessanti informazioni trimestrali che ottenevamo sull’andamento delle vendite per esempio non sono più reperibili. Comunque, siamo riusciti anche con qualche stima “originale” de I numeri del vino, a ricostruire in modo dignitoso il quadro dei costi di produzione, dei prezzi di vendita e dei margini del settore. È fuori di dubbio che il settore “industriale” del vino è sotto pressione: i prezzi sia delle materie prime che dei mezzi di produzione sono in forte crescita, soprattutto nel segmento dei vini da tavola, mentre i prezzi di vendita non mostrano segnali altrettanto positivi. Secondo la nostra stima il margine “indice” del settore è sceso dal picco del 2009-10 di 135-140 circa a un livello di 110-115 nel 2011. Oltretutto, visto l’ulteriore balzo dei prezzi dei vini da tavola nel primo trimestre 2012, il margine potrebbe essersi ulteriormente contratto. Il tutto è frutto del calo produttivo, cui si associa un livello molto elevato dell’export. Essendo tale forbice non sostenibile, è presumibile che nel 2012 a fronte di un calo dei margini (vedi clima di fiducia in deterioramento) qualcosa dovrà succedere, presumibilmente attraverso una riduzione dei volumi di export. Passiamo in rassegna i numeri.
- Il clima di fiducia del settore è chiaramente passato in negativo in coincidenza con la crisi italiana. Sono i primi numeri negativi dal 2009 a questa parte. Secondo ISMEA, il fatto che nel primo trimestre la fiducia sia peggiorata di meno coincide con la sensazione favorevole di chi il vino lo produce e quindi lo vende a prezzi molto superiori.
- I costi di produzione sono in forte crescita. Cresce costantemente il costo dei mezzi di produzione, tornato sul livello di picco del 2008 (indice 137 con il 2000=100), mentre esplodono i costi del vino all’origine.
- In particolare, ISMEA stima un prezzo del 30% circa sopra il primo trimestre 2011, con un +45% per i vini da tavola e IGT e un incremento del 15-20% per quanto riguarda i vini DOC/DOCG. Tali incrementi a guardare il grafico sono determinati da una repentina accelerazione degli ultimi mesi. Se per i vini DOC/DOCG si tratta di prezzi all’origine già visti in passato, nel caso dei vini da tavola i prezzi sono i più elevati mai raggiunti.
- Passando ai dati annuali, ho fatto un po’ di voli pindarici per riuscire a dare un quadro di insieme all’andamento pluriennale di costi e prezzi. Secondo ISMEA i prezzi al consumo di vino sono cresciuti nel 2011 dell’1.3%, contro un incremento del 23% dei prezzi del vino all’origine e un incremento del 3% dei prezzi dei mezzi di produzione. Tutti questi dati li trovate nel primo dei due grafici finali (scusate il gioco di parole).
- Abbiamo quindi derivato un’ipotesi dell’andamento del margine come ISMEA lo calcolava fino a fine 2010 (non lo fa più). Stimiamo quindi che il margine sia sceso a 110-115 (numero indice contro un livello di 100 nel 2000), da un valore di picco di 135-140 sul quale si è mantenuto nel 2009-2010 in ragione del livello molto depresso dei prezzi all’origine del vino.