Anche Lanson BCC non ha avuto un gran 2011, soprattutto nella seconda parte dell’anno. La crescita del fatturato è stata soltanto del 2%, probabilmente anche a causa della forte esposizione del gruppo ai mercati europei e a quello domestico, quando invece i concorrenti hanno una maggiore esposizione internazionale. I volumi sono scesi da 23 a meno di 21 milioni di bottiglie a vantaggio del mix. I margini, come per le altre aziende della Champagne, migliorano ma non tornano ai livelli pre crisi. Per quanto riguarda l’andamento futuro, il management ha un approccio molto cauto anche considerando che il mercato francese, dove il gruppo è sovra esposto, è nell’anno elettorale, quindi con una dinamica di consumo più moderata. Alla fine, non vengono date indicazioni!
- Le vendite sono in crescita del 2% nel 2011 a 310 milioni con un progresso tutto realizzato nella prima parte dell’anno (+5%) e un secondo semestre stabile. I volumi scendono del 7.7% a 20.6 milioni di bottiglie, mentre il prezzo medio sale del 10% a poco più di 15 euro a bottiglia. Siamo ancora quasi il 10% sotto il record registrato dall’azienda nel 2007 con 16.6 euro a bottiglia.
- Dal punto di vista geografico, le vendite in Francia salgono del 4% a 186 milioni, mentre quelle in Europa scendono del 4% a 110 milioni. A 14 milioni, le vendite extraeuropee del gruppo salgono del 18% ma sono ancora molto poco rilevanti, pari al 5% delle vendite.
- I margini sono in leggero miglioramento: il MOL sale da 49 a 52 milioni di euro, dal 16.2% al 17% delle vendite. Il 21% del 2007 è lontano, mentre il 16% della crisi è ancora molto molto vicino… l’utile operativo segue la sorte del MOL, in progresso da 43 a 46 milioni, mentre sotto l’utile operativo aumentano le tasse e quindi sale dell’8% da 19 a 21 milioni di euro. Simpaticamente, l’azienda ha avuto utile netto e bottiglie vendute uguali: possiamo dire che Lanson BCC guadagna 1 euro a bottiglia venduta!
- Se però osservato l’andamento del solo secondo semestre, vi accorgete che l’azienda ha avuto utili in calo del 2% circa a livello di utile operativo e del 6% a livello di utile netto, con un margine operativo che ha cominciato a ritracciare. E il secondo semestre è il periodo critico dell’anno.
- Dal punto di vista finanziario, l’indebitamento è sostanzialmente stabile a 472 milioni, mentre il magazzino è cresciuto di 24 milioni a 448 milioni di euro. La gestione ha generato 23 milioni di euro, contro 21 milioni del 2010, con investimenti calati da 20 a 14 milioni. I dividendi e la riduzione del capitale per un valore cumulato di 13 milioni spiegano il leggero aumento del debito.
- Il ritorno sul capitale resta su livelli relativamente poco remunerativi (anche se migliori del concorrente Vranken Pommery): il ritorno sul capitale è al 7% dal 6.7% dello scorso anno, il ritorno per l’azionista resta intorno all’11%.