
Cominciamo la rivista regionale 2011 sui dati di produzione rilasciati da ISTAT. Vi preannuncio due aspetti che influenzeranno i commenti 2011: (1) sarà difficile avere dettagli provinciali per le regioni che producono anche mosti, dato che quest’anno per la prima volta ISTAT ha rilasciato dati provinciali senza mosti; (2) sarà pressochè impossibile fare commenti sulle superfici vitate perché ISTAT non ha adattato i dati al recente censimento vinicolo. Presenteremo quindi i dati con evidenziati i censimenti 2000 e 2010, che danno un’idea più chiara dell’evoluzione delle superfici vitate. Passiamo ai dati relativi al Piemonte.

- La produzione regionale è scesa dell’11% nel 2011 a 2.68m di ettolitri, a fronte di un calo del 9% della produzione di vini di qualità e del 17% dei vini da tavola (vi ricordo che il Piemonte non ha IGT).
- Passando al dettaglio provinciale, Asti ha perso la leadership produttiva a favore di Cuneo a fronte di un calo del 23% della produzione a 842mila ettolitri. Per Cuneo il calo è stato soltanto del 4% mentre Alessandria è rimasta stabile. Ad oggi la geografica del vino piemontese avere queste tre province sostanzialmente allineate come produzione a rappresentare il 30-32% ciascuna del totale.
- Nel confronto di lungo termine, la produzione nel decennio è rimasta pressochè stabile, con una graduale perdita di peso di Alessandria (-1.6% annuo, passando dal 37% al 31% del totale tra 2000 e 2011), e un incremento dell’1.3% annuo sul decennio per Asti (cresciuta quindi dal 27% al 31% del totale).
- La produzione per qualità non cambia. Il Piemonte storicamente produce l’85% circa del totale in vini di qualità e il rimanente 15% in vini da tavola. Si assiste invece, guardando al lungo termine, a una graduale crescita della produzione di vino bianco rispetto al vino rosso (non tanto nel breve termine, dove dobbiamo immaginare che i dati siano stimati) quanto sul lungo termine: i vini bianchi sono passati dal 35% al 38% della produzione totale.
- Le superfici vitate sono scese tra il 2000 e il 2010 dell’1.2% annuo da 53mila a 46mila ettari. Questo è l’unico dato che ci sentiamo di commentare in merito, essendo tutti gli altri particolarmente difficile da analizzare.


