I risultati del terzo trimestre di Constellation Brands vanno letti in relazione a quello che era successo lo scorso anno, cioe’ un forte ed eccezionale calo delle vendite che è stato recuperato. Tali differenze non si ribaltano poi sugli utili dato il diverso timing delle spese promozionali. Il mercato è visto in crescita nell’ultimo trimestre dell’anno, del 6% circa a valore e del 2% a volume, a dispetto di un generale rallentamento delle bevande alcoliche. Il titolo in borsa viaggia sui 38 dollari, intorno al massimo storico, segno che gli investitori apprezzano la strategia e i risultati del gruppo.
Le vendite sono in ripresa nel trimestre anche per fattori tecnici (+6% in termini organici, prima dei cambi e delle acquisizioni). A livello consolidato, il fatturato è salito da 700 a 767 milioni di dollari. I volumi di Constellation nel trimestre crescono del 5% in USA in termini organici e dell’1% a livello consolidato e organico (segno di vendite negative fuori dal mercato USA), con un impatto di circa il 2% dal consolidamento di Ruffino e Mark West. Spostandosi sui volumi dei marchi chiave, i volumi sono in salita del 6% a livello organico e dell’8.4% incluso le recenti acquisizioni. Constellation ha in tutto venduto 17 milioni di casse di vino nel trimestre e circa 63.2 milioni nel corso degli ultimi 12 mesi. Le vendite al dettaglio dei loro marchi (quindi escludendo la fisarmonica della distribuzione) stanno crescendo del 3.5% a volume.
I margini sono in leggera crescita, grazie al consolidamento di Mark West e Ruffino, dove si guadagna di più che sul resto del portafoglio, mentre sotto il margine industriale che sale da 283 a 311 milioni di dollari pesano maggiori costi di marketing, soltanto parzialmente recuperati con tasse più basse. Così, a livello di utile netto la crescita si limita a circa il 5%, da 105 a 110 milioni di dollari.
Sul lato finanziario, l’azienda si sta preparando a comperare il resto di Crown Imports, argomento di cui abbiamo discusso sul blog in passato, rinforzando la parte di attività nella birra. Il debito di 3.7 miliardi di dollari è fortemente in crescita per le operazioni preliminari all’acquisizione. Il capitale investito è dunque nell’ordine di 6.5 miliardi di dollari, per un ritorno sul capitale dell’8%.
Che cosa dicono del mercato americano? Che ci sono moderati incrementi di prezzo nella fascia sotto i 5 dollari, mentre nel loro core market, la fascia 5-15 dollari i prezzi sono stabili e che nell’ambito di un rallentamento generale delle vendite del settore bevande alcoliche, il segmento vino è ancora cresciuto del 2% circa a volume e del 6% a volume. Ciò grazie soltanto alle vendite nel canale off-trade, dato che nell’ontrade (Horeca) le vendite che erano partite in terreno positivo nel 2012 stanno ora leggermente scendendo. Ma per Cbrands la parte offtrade rappresenta soltanto il 15% delle vendite…