Il Vinitaly rappresenta sempre un’importante occasione per fare il punto sui numeri del settore vinicolo. Il post ormai classico è questo, che si occupa delle vendite per denominazione nella GDO. Come già è accaduto lo scorso anno, Vinitaly cambia fornitore di dati, formato dei dati rendendo così difficili seguire i trend di lungo termine e “cancellando” la memoria. Quello che faccio io qui è cercare di ricongiungerli. I dati in carattere italico significano che si tratta di concatenamenti, cioè della riproduzione di trend del passato magari presi sulla stessa denominazione o categoria ma su base leggermente diversa. Quest’anno (2012) per la cronaca i dati sono di Infoscan-Census e i numeri principali per denominazione si riferiscono soltanto alle bottiglie, come fu fino al 2010 ma non come fecero nel 2011 quando si parlava di volumi totali.
Insomma, passiamo ai principali commenti: (1) di sicuro il 2012 non è stato un anno buono perchè il vino costava di più, quindi le vendite in volume sono scese in modo piuttosto accentuato anche nella GDO (-3.6%); (2) con un robusto effetto prezzo del 5.5%, le vendite sono comunque salite leggermente, toccando 1.46 miliardi di euro nel 2012; (3) il vino delle private labels cresce del 9%, ben oltre il mercato, e raggiunge una quota del 15%; (4) non sembra esserci questo gran processo di “premiumisation”, dato che i vini di qualità costosi (hanno spostato la sbarra da 5 a 6 euro) crescono soltanto del 3% e c’e’ da ritenere che ci sia uno “spostamento” tra le fasce di prezzo dei prodotti che spiega almeno un pezzo del peggiore andamento dei vini meno costosi (tutto da dimostrare peraltro); (5) a livello di denominazioni, va certamente notato il crollo del Nero d’Avola causa il calo dei volumi disponibili e sorprendentemente il cattivo andamento delle varietà internazionali, come lo Chardonnay e il Cabernet Sauvignon e il Merlot, mentre sembra essersi quasi esaurita la spinta del Prosecco, che cresce “soltanto” del 3% nel 2012.
- Dunque, in GDO si sono venduti 5.5 milioni di ettolitri di vino per un valore di 1.46 miliardi di euro. Di questo, il 65% è vino di qualità in bottiglia da 0.75 e il 75% in totale è nelle categorie DOC/DOCG e IGT.
- Le private label sono il 15% del totale e crescono del 9% a valore e del 3% circa a volume. Abbiamo anche dei dati interessanti sui formati alternativi: il bag-in-box è una proporzione imbarazzante delle vendite, essendo meno del 2% del volume totale e lo 0.9% del valore. Il vino in Bric invece con 215 milioni di euro di vendite rappresenta il 15% circa del totale.
- Come anche verificato dai dati ISMEA, la crescita dei prezzi è stata più significativa nel segmento dei vini non di qualità, dove si calcola un incremento del 7% circa rispetto al 4.6% dei vini VQPRD.
- Le linee di tendenza le vedete: il calo dei volumi è diventato molto evidente nel totale del mercato, mentre per la prima volta nella storia calano anche i volumi di vino in bottiglia. Invece il forte incremento dei prezzi ha raddrizzato l’andamento dei vini non di qualità.
- Passiamo alle denominazioni, specificando che si stratta per 2011 e 2012 di vino in bottiglia. Il mercato è guidato dal Lambrusco a volume (140mila ettolitri) e dal Chianti a valore (circa 58 miloni di euro). Le denominazioni in crescita più marcata a valore sono la Bonarda (+9%), il Lambrusco (+5%), poi Barbera, Sangiovese e Prosecco intorno a +3%.
- Quelli in calo sono il Nero d’Avola del 16%, il Merlot del 12%, il Cabernet Sauvignon del 4.5% e il Trebbiano e Muller Thurgau del 4%.
- Non esiste peraltro una correlazione chiara tra “vini meno cari” e “vini andati meglio”. Ossia, l’andamento delle denominazioni non si lega in modo statisticamente rilevante a un comportamento di consumo che guida verso i vini meno cari, anche togliendo l’anomalia Nero d’Avola. Ne è diretta testimonianza che i due prodotti mediamente più cari sul mercato, il Prosecco e il Vermentino, sono entrambi in leggera crescita.
Con volumi ritornati ai livelli del 2004 il valore è cresciuto del 20%. Sarebbe interessante vederlo al netto dell’inflazione…
Le posso dire che l’inflazione tra gennaio 2004 e gennaio 2013 e’ stata del 20.1%, secondo i coefficienti di rivalutazione dell’ISTAT.
Invece, proprio ora stavo guardando i dati delle principali aziende italiane vinicole, come pubblicati da Mediobanca oggi: il loro fatturato tra il 2004 e il 2012 e’ cresciuto del 35% circa…
Marco