Frescobaldi – risultati e analisi di bilancio 2012

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Rileggendo il commento dei risultati 2011 di Frescobaldi con tutte le premesse del caso, se mi avessero chiesto a oggi di prevedere i risultati 2012 del gruppo avrei forse stimato un andamento leggermente migliore di quello che è in realtà avvenuto. Il 2012 è stato per Frescobaldi un anno molto difficile in Italia, con le vendite in calo del 6%, che non è stato completamente compensato dall’incremento fatto registrare all’estero. La strategia resta però immutata e continua a essere messa in pratica: riacquisto delle minoranze (anche quest’anno una piccola operazione da 1 milione per comperarsi il 20% di Vigneti di Nugola), investimenti produttivi (11 milioni) e riduzione del debito (calato di altri 5 milioni di euro). In questo contesto, i margini restano su livelli di assoluta eccellenza nel panorama italiano e l’azienda, anche grazie agli aiuti sulla promozione, ha ulteriormente incrementato lo sforzo promozionale e pubblicitario. Per il 2013, la relazione degli amministratori dichiara di attendersi un andamento analogo al 2012, con un messaggio positivo sull’andamento dei primi mesi dell’anno, in linea con il budget. Passiamo ai dettagli…

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  • Le vendite scendono dell’1% a 85 milioni di euro, con un +3% per le vendite all’estero e un calo del 6% in Italia, da 37 a 34 milioni di euro. L’esposizione estera del gruppo raggiunge tocca per la prima volta il 60% delle vendite, dopo aver veleggiato intorno al 55% per diversi anni.
  • La dinamica dei costi è stata leggermente superiore a quella delle vendite. Acquisti e servizi dall’esterno in crescita sono stati parzialmente compensati dagli altri ricavi (tra cui i contributi alla promozione all’estero), consentendo al valore aggiunto di restare intorno al 50% delle vendite. Invece l’incremento dei costi del pesonale da 18 a 19 milioni a allargato la forbice sul MOL, che scende del 6% a 23 milioni di euro. Tale andamento va però visto in prospettiva, considerando che Frescobaldi ha messo a segno un recupero prodigioso post crisi, tra il 2009 e il 2011, ed è oggi una delle poche aziende che può dire di avere margini percentuali sulle vendite superiori a quelli degli anni “d’oro” del 2006-07.
  • Con oneri finanziari in crescita a 2 milioni e ammortamenti stabili, l’utile netto di gruppo scende da 9 a 7 milioni, anche se va considerato che lo scorso anno il balzo fu del 50%. Se messo a confronto con il capitale degli azionisti, il “return on equity” di Frescobaldi viaggia comunque tra il 5% e il 6%.
  • La parte patrimoniale e finanziaria è certamente foriera delle migliori notizie. Il debito finanziario scende da 41 milioni a 35 milioni di euro, e il patrimonio degli azionisti sale da 108 a 115 milioni, con il patrimonio degli azionisti di minoranza fermo a 40 milioni grazie al pagamento di dividendi e al riacquisto degli interessi di minoranza. Il capitale investito dell’azienda sale leggermente a 190 milioni, a fronte di investimenti di 11 milioni (con ammortamenti di circa 9 milioni, se togliamo l’avviamento) e a un leggero incremento del capitale circolante da 45 a 47 milioni.
  • I ratio finanziario sono in piena salute, con un debito su MOL che scende ulteriormente a 1.5 volte (1.7 lo scorso anno), proseguendo un sentiero virtuoso di diversi anni, e un rapporto tra debito e patrimonio a 0.23, quindi molto limitato. Il ritorno sul capitale investito scende dall’8.6% al 7.5% risentendo del leggero deterioramento del risultato operativo. Arrivederci al prossimo anno!
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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