Come aveva anticipato nella relazione al bilancio 2011, il 2012 e’ stato un anno di forte sviluppo commerciale per Sartori. Scorrendo i numeri, pero’, se e’ evidente l’incremento delle vendite e’ altrettanto evidente che la tendenza al rialzo dei prezzi delle uve si e’ portata via una bella fetta dei margini aziendali. Cio’ e’ tanto piu’ vero per Sartori, che ha una struttura aziendale incentrata soltanto sulla trasformazione del prodotto e non e’ integrato nella fase agricola. Le vendite raggiungono, come dice la relazione, il massimo storico di 45 milioni di euro, mentre il MOL scende del 25% a 2.5 milioni. La struttura finanziaria peraltro migliora leggermente, con un calo del debito di 1 milione di euro a 7 milioni, facilitato dalla riduzione del capitale circolante. Il messaggio per il 2013 e’ molto prudente: dato lo scenario difficile, la strategia commerciale di Sartori e’ improntata alla prudenza e gli incrementi dei prezzi forzati dal maggior costo delle materie prime probabilmente si faranno sentire; è quindi immaginabile una ulteriore discesa dei margini. Inoltre all’estero, che per Sartori e’ particolarmente importante, non ci si aspetta di crescere come negli anni precedenti, anzi: avendo abbandonato alcuni contratti a basso margine, i volumi sono destinati a scendere del 15/20%. Guardiamo i numeri.
- Le vendite chiudono a 44.8 milioni, di cui poco piu’ di 9 sono realizzati in Italia, in crescita del 3%, mentre all’estero il fatturato balza del 12% a 35 milioni. In Italia le vendite sono state supportate dalla grande distribuzione, mentre il canale tradizionale e’ rimasto stabile, mentre all’estero ci sono state due tendenze: un andamento molto positivo nei mercati anglosassoni (Regno Unito +21%, USA +20%, Irlanda +26%) e del Giappone, parzialmente compensato dalla negativita’ di alcuni mercati probabilmente europei dove la pressione sui margini ha convinto Sartori a ridurre l’export.
- Come dicevamo i margini sono stati sotto pressione. Il costo degli acquisti esterni e’ salito al 68.5% delle vendite, il livello piu’ elevato degli ultimi 5 anni e questa e’ stata la determinante della riduzione del MOL, che si e’ attestato a 2.5 milioni, contro i 3.3 dello scorso anno. Il margine e’ stato dunque del 5.5%, mai cosi’ basso dal 2009 a questa parte e molto lontano dai livelli pre crisi.
- Con ammortamenti e oneri finanziari praticamente stabile e un po’ meno tasse il calo dell’utile netto e’ stato del 22% a 1.2 milioni di euro.
- Dal punto di vista finanziario, Sartori è riuscita a rafforzare la struttura finanziaria pur distribuendo 0.8 milioni di euro in dividendi. Il debito, anche grazie al contenimento del capitale circolante ha toccato quota 7.1 milioni di euro, in calo di 1 milione rispetto al 2011. il rapporto tra debito e patrimonio scende cosi’ al livello minimo degli ultimi anni di 0.7, mentre il rapporto tra debito e MOL sale a 2.9x a causa del calo di quest’ultimo.
- Nonostante l’annata cattiva, Sartori ha mantenuto un ritorno sul capitale nell’intorno della doppia-cifra, intorno al 10%, uno dei piu’ elevati nell’ambito del settore in Italia.