Cottin Freres – risultati 2012

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Ogni tanto mi capita di cominciare un post come quello di oggi e domandarmi se riuscirò a scrivere qualcosa che attirerà l’attenzione del lettore. Nel caso del produttore di cui analizziamo il bilancio oggi, Cottin Freres, la preoccupazione è doppia, dato che è piccolo e il bilancio dice poco. Non che questa azienda non abbia sorpreso i suoi azionisti. Ha venduto la terra distribuendo un megadividendo nel 2011, ma da quel giorno il titolo ha perso valore in borsa. I risultati del 2012 (a settembre 2012) mettono in luce una forte strategia di diversificazione internazionale, in un paese però, il Giappone, che sta dando diversi grattacapi agli esportatori, a causa delle pesante svalutazione dello yen (parliamo del 30% nel trimestre in corso). Ed ecco lo spunto per dirvi qualcosa di interessante.

Questi numeri ancora non sono impattati da questa evenienza ma nel 2013 probabilmente commenteremo un numero differente e il calo del prezzo delle azioni lo preannunciano: infatti le vendite nei 9 mesi a giugno 2013 mostrano un calo del 5% a 24 milioni di euro, causa minori vendite di Beaujolais in Giappone.

Ma non solo. Un’inchiesta in corso dal 2010 ha fatto esplodere uno scandalo che ha costretto l’azienda a ristrutturare il debito, causa rapporti con le banche e ha ridotto la possibilità di finanziarsi con in fornitori (da cui incremento del capitale circolante e del debito). Risultato finale: il CEO ha chiaramente scritto che potrebbe essere auspicabile e necessario che l’azienda sia venduta per continuare nel suo sviluppo: “De plus COTTIN FRÈRES étudie la possibilité de s’adosser à un industriel du vin français ou étranger pour pérenniser son développement.”

Passiamo ai dati 2012.

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  • Le vendite crescono del 3% a 33 milioni di euro, con un forte calo in Francia, -16% a 8 milioni e in Europa, -10% a 9.2 milioni di euro, controbilanciate dal +27% nel resto del mondo. Per Cottin Freres estero significa soprattutto Giappone, +31% e USA +27%.
  • I margini sono finalmente in recupero dopo due anni grami, contraddistinti dalla vendita di terreni (e quindi con un margine + basso). Dopo la perdita del 2009 a livello di MOL e il pareggio dello scorso anno il margine risale al 5.5% a livello consolidato, grazie a una ripresa del margine industriale dal 23% al 27% (da 7.4 a 9 milioni di euro) e dal contenimento dei costi esterni.
  • Come dicevamo sopra il blocco dei crediti da parte dei fornitori ha determinato l’esplosione del capitale circolante e la svalutazione di magazzino. Il saldo è un incremento del debito da 4.5 a 7.2 milioni di euro, pari a 4 volte il MOL (lo scorso anno era zero, quindi niente multiplo). Inoltre l’azienda ha venduto alcune attività finanziarie e ha ridotto gli investimenti all’osso, come potete leggere dalla tabella.
  • Nel prosieguo dell’anno le vendite sono in calo del 5%, secondo l’azienda non per copla dello scandalo ma bensì del calo delle vendite in Giappone (non parlano del cambio) parzialmente compensato da maggiori vendite nel Regno Unito.
  • Arrivederci con Cottin Freres a tra qualche mese…
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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