
Un paio di giorni fa parlavamo del rallentamento degli spumanti. Oggi possiamo andare nel dettaglio e dire che si tratta di un rallentamento che carattarizza la parte meno significativa del mercato, quindi non l’Asti e non gli spumanti DOP. Di più, il rallentamento è un forte calo dei volumi, pari al 45% circa nel mese di settembre (e del 12% circa sui primi 9 mesi dell’anno). Dall’altra parte, l’Asti cresce nel mese del 5% e gli altri spumanti DOP continuano a crescere a un ritmo superiore al 20%, sempre grazie ai volumi. Proprio questo ci fa dire che, a un certo punto, la crescita degli spumanti DOP sarà destinata a scemare…

- Proprio dagli spumanti DOP cominciamo. Le esportazioni sono in crescita del 23% a settembre e del 29% sui primi 9 mesi dell’anno, rispettivamente a 35 e 262 milioni di euro. Ci avviciniamo al periodo critico dell’anno con dei bei numeri. I volumi sono in crescita del 25-26% sia guardando ai dati mensili che di più lungo termine. Resta stupefacente la crescita nel mercato inglese, dove i DOP sono più che raddoppiati in settembre e in crescita del 66% sull’anno. La tabella non ne rende ragione ma il Regno Unito è ora diventato il principale mercato a discapito degli USA, dove comunque la crescita è del 34%. Cala la Germania, sia nel mese (-2%) che da inizio anno. E’ oggi il terzo mercato per gli spumanti DOP, ormai meno della metà dei due mercati anglosassoni.
- Nel caso dell’Asti i numeri sono diversi ma le cose non vanno così male. L’export viaggia sul ritmo dei 160 milioni di euro annui, 97 dei quali sono stati registrati nei primi 9 mesi dell’anno, in crescita del 7%. La principale criticità dell’Asti è il mercato tedesco, dove nel mese di settembre le esportazioni sono calate del 23%, portando il saldo sui 9 mesi a -21%. Il secondo mercato che sta diventando difficile sono gli USA, -27% a settembre e -4% sui primi 9 mesi. Il saldo, se va avanti così è destinato a peggiorare. A compensare la debolezza di questi due mercati ci sono la Russia, dove il prodotto è stabile a settembre, con un grosso recupero però nei mesi scorsi e, anche qui, il Regno Unito, dove il prodotto da +300% a settembre e +29% sui primi 9 mesi dell’anno. Il Regno Unito è ancora piccolo, 10 milioni annui su 160, ma si cominciano a vedere dei segnali molto positivi.
- La spina nel fianco sono dunque gli “altri spumanti”, che rappresentano circa 165 milioni di export annuo rispetto a un totale di circa 700 milioni di euro. Il loro prezzo medio è del 10% circa inferiore alla media (3.1 euro contro 3.5 euro). Diciamo quindi che si tratta della parte meno strategica del mercato…



