
Con quasi 70 milioni di bottiglie e un valore al consumo di 450 milioni di euro, la denominazione Conegliano Valdobbiadene DOCG si conferma una delle denominazioni di riferimento italiane, soprattutto nel segmento degli spumanti che rappresenta il 90% della produzione della denominazione. I dati che commentiamo oggi provengono dal Consorzio e dal rapporto relativo, presentato in dicembre e si riferiscono al 2012. La produzione sembra approcciare un punto di saturazione, proprio intorno al livello di 70 milioni di bottiglie. Mentre le esportazioni continuano a crescere con vigore, anche se con un graduale spostamento su nuovi mercati, in Italia per la prima volta da diversi anni, le vendite sono calate. Andiamo dunque a vedere i dati principali.

- La DOCG Conegliano Valdobbiadene si produce su 5900 ettari, in crescita del 4.3% sul 2011. La produzione certificata nel 2012 è stata stabile a 515mila ettolitri. La stima del consorzio è che questo si traduca in un valore al dettaglio di 450 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto al 2011.
- L’offerta nel 2012 ha raggiungo i 69 milioni di bottiglie (contro 69.8 milioni di bottiglie prodotte). La suddivisione per tipo è a favore dello spumante che ormai supera il 90% del totale. All’interno della categoria spumanti, il 63% del prodotto è sotto forma di extradry, il 31% è brut mentre il 6% è dry.
- Passiamo ai mercati. In Italia la denominazione vende 35 milioni di bottiglie, di cui 34.4 miloni sono spumanti. Il grafico manca dei dati 2011, ma vi dico che nel 2011 erano 35.5 milioni. Quindi nel 2012 si è registrato un seppur limitato calo delle vendite in volume e presumibilmente in valore.
- Sta anche cambiando la distribuzione italiana. Le vendite in GDO continuano a crescere, e sono oggi 13 milioni di bottiglie, pari al 37% del totale, mentre quelle nel canale HoReCa sono calate negli ultimi 2-3 anni a causa della crisi. Nel 2012 si sono distribuite nel canale 9.6 milioni di bottiglie contro le 11 milioni del 2010 e le 12 milioni del 2007.
- All’estero invece prosegue la crescita del prodotto, anche se la distribuzione geografica sta gradualmente cambiando. Sono tendenze che stiamo commentando mese per mese quando guardiamo alle esportazioni di spumante, con un graduale spostamento dall’Europa Continentale ai paesi anglosassoni. I tre mercati storici per il prodotto all’estero, Germania Svizzera e Austria sono calati leggermente nel 2012 da 14.8 a 14.6 milioni di bottiglie e rappresentano oggi il 50% delle esportazioni di Prosecco. In realtà il calo è concentrato in Germania e Austria, -15% e -20% rispettivamente, dove credo abbia avuto qualche influenza il forte ritracciamento dell’Aperol, che con il prosecco viene mixato per fare lo Spritz.
- Invece, il prodotto sta vivendo una nuova giovinezza in Svizzera, secondo mercato con 6 milioni di bottiglie e 29 milioni di valore esportato e, dal 2011 a quaeta parte, vive un forte sviluppo nel Regno Unito, oggi 4.8 milioni di bottiglie e 20 milioni di euro esportati. Chiudiamo con gli USA dove dopo il forte calo del 2011, il prodotto ha recuperato nel 2012 a 2.4 milioni di bottiglie, ma soltanto 11.4 milioni di euro di valore.


