Constellation Brands – risultati primo semestre 2014/15

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L’accoglienza del mercato finanziario di questo secondo trimestre di Constellation Brands è stata piuttosto tiepida. I numeri, come vedremo dopo, sono stati impattati da una serie di spostamenti di consegne (anche causate da problemi con le bottigliette della birra, che erano difettose), mentre il management ha ridotto le attese di generazione di cassa (non quelle di utili) per dedicare ulteriori risorse (200m USD) all’espansione della capacità produttiva della birra Corona. Leggendo il comunicato stampa, viene sempre più chiara la sensazione che Constellation Brands ha due anime, birra e vino/spiriti, che vanno in direzioni diverse. Forse è presto per dirlo e sarà prima importante ridurre i debiti, ma credo che non vedremo per molto tempo CBrands in questa forma. Se fossi un azionista chiederei a gran voce la separazione delle due attività, come fu qualche anno fa (ricordate?) per Foster’s e lo spin-off di Treasury Wine Estates… Ma non perdiamoci in questi sogni ad occhi aperti e andiamo a guardare i numeri, che per il segmento vino non sono per niente male…

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  • Le vendite del trimestre sono cresciute del 10% a 1.6 miliardi di dollari. In realtà, metà di questa crescita viene dal fatto che nel secondo trimestre c’è stata una settimana di vendite in più. La crescita organica è stata comunquedel 5% di cui 9% per la birra Corona e del 3% per la divisione wine and spirits.
  • Più in dettaglio, nel segmento vino/spiriti sono stati spediti nel secondo trimestre 16.8 milioni di casse, con una crescita dell’1%, di cui 12.6 milioni in US (+1%) e 4.2 milioni di casse all’estero (+2.4%). Quando invece si parla di vendite “finali”, secondo Cbrands le vendite dei propri marchi in US sono cresciute del 2.4%, ribaltando l’andamento negativo (-2%) dello scorso trimestre.
  • Visti nel loro insieme i numeri del secondo trimestre sono incoraggianti: il gross margin sale del 16% a 672 milioni di dollari, l’utile operativo del gruppo a 379 milioni, con un margine del 23%.
  • Anche la divisione vino non va male: con 170 milioni di dollari nel trimestre (circa 665 milioni negli ultimi 12 mesi) ha accelerato il passo, passando da un ritmo di crescita del 5% circa al 10% di questi ultimi 2 trimestri. Ad aiutare i margini sono stati anche i minori costi promozionali. Oggi, come vedete dal grafico sottostante, il margine della divisione vino sui 12 mesi ha cominciato a recuperare, toccando il livello del 23.3%.
  • Dal punto di vista finanziario, il secondo trimestre non ha regalato sorprese. Il forte calo del debito nel primo trimestre si è rivelato temporaneo, causa l’incremento del capitale circolante e la decisione del management di accelerare il piano di investimenti nella birreria di Nava in Messico, dove investiranno altri 200 milioni di dollari, oltre a quanto già previsto, viste le attese di forte incremento della domanda. Così, il livello di indebitamento, comunque molto stagionale è cresciuto a 7 miliardi di dollari, poco sotto (100 milioni) dove stata un anno fa di       questi tempi.  Il management ha comunque mantenuto l’obiettivo di far scendere il debito sul margine operativo lordo sotto 4 volte entro febbraio 2015.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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