E’ decisamente ora di fare il punto della situazione sulle esportazioni, che per il primo semestre 2014 sono leggermente scese (-3%) quando guardiamo i dati dei 7 principali paesi esportatori che abbiamo raccolto e tradotto in Euro. Il numero preciso è 9.1 miliardi di euro contro 9.3, per Francia, Italia, Spagna, Cile, Australia, USA e Argentina. Il campione, giusto per essere preciso con i lettori del blog, è leggermente più ristretto di quello dei dati annuali, quando invece aggiungiamo anche Nuova Zelanda, Sud Africa e talvolta la Germania. Quali sono le novità che trovate in questo post? Due, e un po’ le sapevamo: primo, che l’Italia fa meglio del resto dei paesi. La quota di mercato su questo campione di 7 è salita al 26%, credo il massimo storico. Ovviamente l’obiettivo è raggiunto “resistendo” (+1%) piuttosto che crescendo, ma questo è. L’Italia è un paese che esporta in mercati tradizionali, non “nuovi”, forse ad eccezione della Russia. E proprio questi “nuovi” mercati stanno dando dei grattacapi ai nostri cugini francesi, tra politiche “anti corruzione” e rapporti di cambio impazziti. Secondo, che per la prima volta nella storia (credo) l’Italia esporta più valore che volume, cioè la sua quota parte di valore è superiore a quella del volume. Un misero 0.1% ma di nuovo, è una svolta epocale, che sta gradualmente riportando il nostro paese dove deve e dove può stare: tra quelli che esportano vino di qualità. Andiamo a vedere insieme i dati.
- I 2.37 miliardi di euro esportati dall’Italia sono in marginale crescita (+1%), rispetto al calo del 6% delle esportazioni francesi che comunque restano a 3.4 miliardi di euro, quindi oltre 1 miliardo sopra di noi.
- Nell’ambito di quel -3% globale, la Spagna si mantiene allineata con un -2% a 1.16 miliardi (ma come vedete dalle tabelle con una pesante riduzione del prezzo medio di export per “far fuori” l’eccessiva produzione 2013), il Cile viene colpito dal cambio in forte peggioramento e dalle difficoltà in Cina, l’Australia è stabile, gli USA crescono nonostante il cambio debole, mentre l’Argentina subisce un calo in Euro a causa della pesantissima svalutazione del cambio.
- I volumi di questi 7 mercati sono invece in leggero incremento a circa 38 milioni di ettolitri, il 4% sopra i 36.4 dello scorso anno. Sotto questo punto di vista l’Italia perde colpi, come conseguenza delle vendemmie strutturalmente decrescenti. Nel 2014 primo semestre, come dicevamo siamo al 26% dei volumi di questi 7 paesi, per la prima volta con una quota più bassa che quella del valore. Come a dire che il prezzo medio di export Italiano è finalmente superiore alla media di questi paesi.
- Proprio il prezzo medio è quello che vedete nell’ultimo grafico. La Francia perde 30 centesimi a 4.9 euro, causa il calo del Bordeaux che abbiamo visto qualche settimana fa. Gli USA sono colpiti dal cambio debole (giusto per ricordarvelo, da 1.31 a 1.37).
- Ora che il quadro è completo converrà concentrarsi sui prossimi mesi: il dollaro è balzato a 1.25 contro l’Euro e questo ha delle implicazioni importanti per il nostro export, che beneficerà nel terzo trimestre di un confronto equo (cambio medio uguale), ma nel quarto trimestre ci sarà un importante supporto…