Costi e margini dell’industria vinicola – aggiornamento settembre 2014

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L’andamento degli indicatori pubblicati da ISMEA nel terzo trimestre sono in un certo senso divergenti. Da una parte, la struttura dei costi delle imprese vinicole continua a beneficiare del calo dei costi della materia prima e, finalmente, di quello dei mezzi di produzione (leggi legati al prezzo del petrolio), con la contemporanea tenuta dei prezzi. Dall’altra, la fiducia cala, presumibilmente per via dell’annata difficile che ci si appresta ad affrontare. Come vedrete dai grafici del post, (1) il prezzo dei vini comuni, in proporzione, è rientrato nella norma avendo un valore indice ora molto simile a quelle dei vini di qualità; (2) i margini unitari del settore restano su livelli sostenuti, con il continuo graduale riassorbimento del vantaggio che aveva accumulato la “fase agricola” rispetto alla fase industriale. Buona lettura.

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  • Secondo ISMEA, la fiducia del settore è a “-9” contro un “-2” di giugno 2014. Diciamo che nella negatività di questo dato, se allarghiamo lo sguardo non troviamo una sostanziale variazione del clima di fiducia (che resta basso) nel corso degli ultimi 2 anni.
  • Il prezzo all’origine dei vini continua a calare nel segmento dei vini comuni, mentre mostra soltanto qualche timido segno di cedimento per quanto riguarda i vini di qualità. Mantenendo il nostro indice originale “base 2000”, direi che il livello dei vini comuni è circa 129, in calo da 137 di giugno, mentre quello dei vini di qualità scende a 124 da 125. Se visto in ottica “anno su anno” siamo forse al calo più pesante, -30% per i vini da tavola.
  • Non succede lo stesso ai prezzi di vendita nella GDO, che invece sono stabili anno su anno a 3.28 euro al litro. Il trend che vedete nel grafico di “stabilizzazione” è evidente e guidato dalle considerazioni fatte sopra sul calo del costo della materia prima (che peraltro ha un peso importante ma non determinante nella definizione del prezzo finale).
  • La seconda novità positiva è relativa al costo dei mezzi di produzione che finalmente scende in termini anche nominali, certamente a fronte del pesante calo del prezzo dei combustibili. L’indicatore storico segna 141, rispetto a 143 dei due trimestri precedenti.
  • Infine, un cenno al margine produttore agricolo e margine trasformatore. Fatto 100 il margine di entrambi a nel 2006, il trasformatore sta a 85 (ma era sceso fino a 60 a fine 2012), mentre l’agricoltore sta a 125 (era 170 al massimo). Vi ricordo che questi numeri non sono confrontabili tra loro, cioè non dicono che l’agricoltore guadagna troppo e il trasformatore poco, sono da riferire unicamente alla situazione odierna rispetto a quella storica.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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