Banfi ha portato a casa nel 2014 un deciso miglioramento dei margini, come si era prefissa lo scorso anno, su un fatturato che per la parte commerciale è cresciuto del 3% circa. L’azienda lavora con una parte agricola e una parte commerciale, ora separate (quindi non redige il bilancio consolidato). Pubblico i numeri delle due entità in modo che vi possiate comunque rendere conto della dimensione dei numeri. Gli investimenti sono cresciuti nel 2014, a oltre il 10% del fatturato, a fronte dell’acquisto di 80 ettari di vigneto a Campiglia Marittima per la produzione di vini di fascia media, che insieme all’annata 2010 del Brunello di grande successo, promettono di supportare anche i risultati 2015.
- Le vendite toccano quota 70 milioni, sommando la parte commerciale (+3.3%), con la parte non connessa alle vendite tra le due società della parte agricola, con un progresso del 2% circa. Curiosamente, nel 2014 Banfi è andata molto bene in Italia (+8% a 28 milioni di euro) e in Europa (+10% a 11 milioni di euro), e meno bene nei mercati in cui è storicamente presente, come il Nord America, dove gli USA sono calati del 2% a 22.2 milioni di euro e il Canada del 9% a 1.8 miloni di euro.
- I margini come dicevamo sono in progresso. La parte agricola ha generato un EBITDA di 5.9 milioni di euro, +15%, e un utile operativo di 1.6 milioni di euro, il doppio dello scorso anno. La parte commerciale è invece passata da 2.5 a 3.3 milioni di EBITDA e da 1.2 a 1.9 milioni di euro di utile operativo. Se dovessimo mettere insieme le due entità giugneremmo a un EBITDA combinato di oltre 9 milioni di euro, che corrisponderebbe a un margine del 13% circa, contro l’11% del 2013.
- Gli investimenti sono decisamente cresciuti, soprattutto nella parte agricola. Se mettiamo insieme i due pezzi il totale investito è superiore a 8 milioni di euro (erano circa 5 nel 2013 e 3 nel 2012). In particolare, oltre a diversi ammodernamenti a Montalcino e nel sito di Novi Ligure, Banfi ha acquistato 80 ettari di terreno a Campiglia Marittima (Livorno), da adibire alla produzione di vini di fascia media (uno dei più performanti si chiama “La Pettegola”), sotto le denominazioni Chianti DOCG e Toscana IGT.
- L’utile netto della parte commerciale è stato di 0.5 miloni, mentre per la parte agricola è balzato da 0.3 a 1 milione di euro, per un combinato di circa 1.5 miloni, 2.5 volte il 2014 anche grazie a una riduzione del carico fiscale (che comunque resta significativo al 48% circa delle due unità).
- Considerando una capacità di generazione di cassa nell’ordine di 7 milioni di euro, un assorbimento di capitale circolante di circa 3-4 milioni e gli investimenti di cui sopra, si comprende facilmente come il debito combinato delle due entità sia leggermente cresciuto, a 19 milioni di euro. Un livello particolarmente contenuto, di circa 2 volte l’EBITDA. Il capitale investito cresce quindi a circa 130 milioni di euro. Come negli anni scorsi, Banfi non ha distribuito dividendi agli azionisti.
- Che si dice del futuro? Il 2015 sembra essere partito bene, grazie al successo dell’annata 2010 del Brunello ma anche a due prodotti come “La Pettegola” e il “Tener” che hanno proseguito il successo del 2014.