Frescobaldi ha mantenuto nel 2014 un livello di utili molto simile al 2013, portando a casa un ulteriore calo dell’indebitamento finanziario, ormai ben sotto 1 volta il MOL. L’azienda ha continuato gli investimenti produttivi (14 milioni nel 2014), ma ha anche investito circa 2 milioni di euro in una joint venture per gestire ristoranti, con l’obiettivo presumibilmente di sostenere e promouovere il marchio nelle grandi città europee. A differenza di altre realtà sinora analizzate, Frescobaldi continua a faticare sul mercato italiano, dove le vendite non sono cresciute nel 2014, mentre i mercati esteri continuano a crescere: hanno ormai raggiunto il 63% delle vendite. Poco si dice sull’andamento del business nel 2015, salvo che la sua evoluzione è allineata al budget. Vista la svalutazione dell’Euro, il miglioramento delle prospettive del mercato e i nuovi investimenti, ci sarebbe da aspettarsi un budget di crescita, e quindi un buon anno… vedremo.
- Le vendite sono cresciute del 2.5% a 87 milioni di euro. Come da diversi anni a questa parte è soltanto la componente estera a spingere i ricavi, raggiungendo quota 55 milioni di euro, mentre le vendite italiane sono leggermente negative (dopo due anni di calo marcato), a 32 milioni di euro.
- I margini sono stabili ma bisogna distinguere. A livello di margine industriale, probabilmente Frescobaldi raggiunge il miglior risultato della sua storia. Il costo per gli acquisti scende al 20% del fatturato, a dimostrazione di una strategia sempre più orientata all’indipendenza dal punto di vista delle materie prime. Dall’altro lato, però, crescono i costi del personale e i servizi esterni. Ne deriva un margine operativo lordo stabile in quota alle vendite al 31.6% e in leggera crescita (+2.2%) in valore assoluto.
- In seguito agli investimenti degli ultimi anni, gli ammortamenti sono cresciuti (lasciando quindi un utile operativo stabile), mentre la presenza di perdite di alcune attività collegate (la catena di ristoranti in JV di cui parlo subito dopo) ha determinato un calo dell’utile netto del 5% circa a 9.7 milioni di euro.
- Passiamo alla generazione di cassa. Frescobaldi ha investito circa 14 milioni di euro nel 2014 (quindi ben oltre il livello degli ammortamenti di 10 milioni), con la parte più significativa relativa all’ampliamento dell’impianto presso Le Sieci (FI). Va poi notato un investimento di circa 2 milioni in una joint venture per aprire una serie di ristoranti di alto livello nelle principali città europee (il primo già a aperto a Londra, mi pare di averlo visto in una traversa di Regent Street, vicino Piccadilly Circus).
- Nonostante un ulteriore incremento del magazzino (a 45 milioni, quindi oltre il 50% del fatturato), il capitale circolante è sotto controllo grazie a termini di pagamento più lunghi ai fornitori. Con dividendi di 2.8 miloni (in leggera crescita rispetto al 2013), ne deriva un saldo leggermente positivo, per 4-5 milioni di euro, che fa abbassare il debito a 20 milioni di euro, un livello particolarmente contenuto sia rispetto al patrimonio (11%) che al MOL (0.7 volte).
- Con un capitale investito ormai cresciuto a 200 milioni di euro, il ritorno sul capitale investito scende leggermente, al 9%, mentre il il ritorno per gli azionisti si mantiene al 7%, grazie anche all’assenza di imposizione fiscale.