Italian Wine Brands ha riportato a metà settembre i risultati del primo semestre 2015. Purtroppo, come avevo già avuto modo di commentare qualche mese fa, la comunicazione finanziaria dell’azienda resta del tutto inadeguata, non offrendo alcun appiglio per poterne valutare l’andamento economico finanziario in confronto con lo scorso anno, anche se vengono forniti numerosi dettagli circa la suddivisione e l’andamento delle vendite (+4% circa). L’azienda insiste: “IWB è stata costituita il 27 novembre 2014, pertanto i risultati al 30 giugno 2015 non sono comparabili con alcun risultato consolidato di pari periodo nell’anno precedente”. Peccato che sia Giordano Vini che Provinco esistevano (come si evince dal fatturato fornito nella relazione semestrale) eccome e nessun dato circa il loro semestre 2014 è stato fornito.
Detto questo, i dati semestrali mostrano un fatturato di 66 milioni, +4% (di cui 2.8 milioni via internet, +10%), un EBITDA prima degli oneri di quotazione di 3.9 milioni e un utile netto di 1 milione (zero dopo il costo di quotazione di 1 milione). Il debito scende da 33 a 31 milioni di euro, principalmente grazie a una riduzione del capitale circolante (magazzino soprattutto), talché la generazione di cassa nel semestre è stata molto limitata (il business è stagionalmente concentrato nell’ultima parte dell’anno); il costo della “holding” è stato di circa 400mila euro nel primo semestre e questa è una “dissinergia” dell’operazione (per le sinergie si vedrà nei prossimi 18 mesi).
L’aspetto forse più “strano” che si evince da questi numeri è che IWB è andata molto male nei suoi due mercati chiave, Italia e Germania (-6.5% e -5.4% rispettivamente), rifacendosi con un balzo in Svizzera, Austria e resto del mondo (+28%, +11%, +18%).
Andiamo a leggere qualche altro numero in dettaglio.
- Le vendite del gruppo sono state 66 milioni di euro (+4% circa), con un contributo di 51 milioni da parte di Giordano e di 16 milioni per Provinco. Vengono fornite tabelle molto precise sull’esposizione geografica, che vede (per il gruppo) un un peso di Germania, Svizzera e Austria rispettivamente di 22%, 17% e 9%. Dall’altro lato, le vendite vengono ora divise in B2C (Giordano) e B2B (Provinco). Le vendite via internet B2C sono state 2.8 milioni nel primo semestre, circa il 7% del totale B2C, che invece sono ancora realizzate per il 52% attraverso il canale mailing e il 41% attraverso il “teleselling”.
- L’EBITDA consolidato è stato di 3.9 milioni (3.4 milioni dopo oneri non ricorrenti), pari a un margine del 6%, con un contributo di 2.4 milioni per Giordano (5% margine), 1.9 milioni per Provinco (12%) e costi “holding” di 0.4 milioni di euro. Dato che di stagionalità si parla, mi sembrerebbe di notare che sia molto più pronunciata per Giordano Vini (che lo scorso anno fece 9 milioni di EBITDA) che non per Provinco (4 milioni).
- L’utile operativo è stato di 1.7 milioni di euro, gli oneri finanziari sono stati 0.9 milioni, le tasse 0.7 milioni di euro, per un risultato netto in parità (1 milione se rimontiamo gli oneri non ricorrenti).
- Dal punto di vista finanziario, IWB ha un patrimonio netto di 68 milioni e un debito di 30.7 milioni di euro. L’andamento del debito nel primo semestre (calato di 2.1 milioni di euro) è stato favorito da una riduzione del capitale circolante di 3 milioni di euro, legato alle rimanenze di merci. Dal punto di vista gestionale, IWB ha generato circa 0.6 milioni di euro di cassa, investendone circa 0.3 milioni.
- Prossimo appuntamento nel 2016, dato che l’azienda non è tenuta a riportare i risultati del terzo trimestre.