Nosio – bilancio 2014/15

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Nosio ha chiuso il bilancio 2015 (agosto) con un buon andamento, soprattutto per quanto riguarda i margini e la generazione di cassa. Il braccio commerciale e produttivo di Mezzacorona ha ormai un debito di meno di 50 milioni di euro, che si confronta con un valore di carico delle partecipazioni nelle commerciali estere e nella tenuta siciliana di egual valore. In altre parole, l’attività non ha debiti. Le vendite veleggiano poco sopra i 100 milioni di euro (con un calo in Europa, compensato dagli altri mercati, e con la graduale uscita dal segmento dei vini sfusi) e il valore delle azioni scambiate tra i soci non è cresciuto in modo significativo rispetto all’anno scorso. Moltiplicato per il numero delle azioni determina un valore di 97 milioni di euro per il capitale azionario di Nosio, quasi medesimo del 2014, anche se gli azionisti hanno potuto incassare un dividendo di 2.3 milioni di euro, pari al 2.5% del valore delle azioni secondo gli scambi effettuati tra gli azionisti nel corso dell’anno. Andiamo a leggere qualche numero insieme.

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  • Nel 2014/15 le vendite sono cresciute del 2% a 104 milioni di euro, ancora sotto i 108 milioni del 2013. Le vendite in Italia sono in ripresa a 31 milioni, +7%, mentre in Europa il fatturato cala del 18% a 21 milioni (la medesima evidenza si trova nel bilancio Mezzacorona, che commenteremo tra qualche giorno). Le vendite extraeuropee compensano la debolezza in Europa, con un incremento del 9% a 52 milioni.
  • Dal punto di vista dei prodotti venduti, calano del 3% le vendite di spumante a 10 milioni di euro, e del 20% quelle di vino sfuso, ormai decisamente residuali, mentre le vendite di vino fermo imbottigliato raggiungono i 92 milioni di euro, +3%.
  • Il miglior mix di vendite determina un rimbalzo dei margini, nonostante Nosio abbia incrementato le spese pubblicitarie del 20%, riportandole sul livello degli anni passati. Il Margine operativo lordo cresce del 18% a 11 milioni di euro, per un margine del 10%, mentre l’utile operativo balza del 30% a 6.3 milioni, con un margine del 6%. L’Utile netto cresce invece solo del 5% a 2.7 milioni di euro a causa dell’incremento degli oneri finanziari (nonostante il calo del debito) e a un tax rate risalito al 39% dal 35% dello scorso anno.
  • La parte finanziaria evolve in modo positivo, come abbiamo detto. Il debito scende da 51 a 49 milioni di euro, dopo aver pagato 2.3 milioni di euro in dividendi e aver investito 3 milioni di euro (molto meno degli ammortamenti). Se togliamo dal debito il valore delle partecipazioni finanziarie, praticamente raggiungiamo una posizione di pareggio finanziario. Il capitale investito è 130 milioni di euro, ma rettificato per le partecipazioni finanziarie valutate in linea con la valorizzazione delle azioni Nosio (quindi circa 1.2 volte il valore contabile) scende a circa 70 milioni di euro. Per questo motivo, calcolando il ritorno sul capitale dell’attività operativa, Nosio ha raggiunto un livello di circa il 9%, decisamente soddisfacente nell’ambito del settore vinicolo.

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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