
Chiudiamo questa settimana di luglio con le esportazioni di vino del Sud Africa, che nel 2015 si sono fermate a 600 milioni di euro, soltanto l’1% in più del 2014 e, guardando alla serie storica da ormai il 2010 a questa parte stabilizzata su questi valori. E’ una stabilità che però nasconde dei forti disequilibri. Prima di tutto il cambio, che negli anni scorsi si è svalutato del 6-7% all’anno mediamente (non è successo invece tra il 2014 e il 2015): quindi in valuta locale i sudafricani hanno visto il loro export passare da 6.1 miliardi di Rand nel 2010 a 8.5 miliardi nel 2015. Secondo, il mix di export, peggiorato con la quota di vini sfusi passata dal 25% del totale a quasi il 33%. Terzo, il mix geografico, che ha visto il SudAfrica perdere importanti posizioni nel Regno Unito e nei paesi nordici, compensato dal successo ottenuto in Germania e in Cina. Se dunque è vero che i sudafricani restano un importante operatore nel mercato dei vini sfusi e, in generale, in termini di volume (4.8 miloni di ettolitri esportati), di certo la loro “storia commerciale” ci dice che il loro prodotto non è riuscito a crearsi una posizione stabile e a mostrare un andamento di crescita duraturo in nessun mercato importante. Nel 2016 c’è più di un elemento di discontinuità rispetto al passato: il cambio ha ripreso la china discendente, passando da 14 rand per un euro a 17. Facile prevedere una crescita in valuta locale ben superiore al 10% e dati in euro di nuovo non eccezionali; inoltre, se Brexit si tradurrà in realtà nei prossimi mesi, i prodotti extraeuropei potrebbero essere avvantaggiati dalle barriere che si creeeranno al vino europeo nel Regno Unito, che resta il principale mercato per il paese africano. Passiamo ai numeri.

- Le esportazioni di vino del Sud Africa hanno raggiunto 600 milioni di euro nel 2015, corrispondenti a 8.5 miliardi di Rand, e sono praticamente stabili sia in euro che in valuta locale. In una prospettiva di 5 anni il dato è in leggero calo in euro (-1%), mentre cresce del 7% annuo in Rand, mettendo in luce una svalutazione media dell’8% della valuta locale.
- In termini di volume, l’export tocca 4.8 milioni di ettolitri, anch’essi fermi rispetto al 2014, con un incremento annuo del 3% circa.
- Il 2015 si riassume con il balzo delle esportazioni in Germania, passate da 72 a 102 milioni di euro e da 0.8 a 1.4 milioni di ettolitri, principalmente di vino sfuso. Ciò spiega anche in parte il calo del prodotto sfuso italiano nel paese tedesco. Il secondo fattore positivo è la Cina, passada da 15 a 37 milioni di euro di export. Questi due balzi hanno compensato il calo nel Regno Unito (-6%), Olanda (-7%), Svezia, Danimarca, Namibia (tutti e tre tra -15% e -20%), USA (-39%).
- Dal punto di vista delle categorie di prodotto esportato, il vino sfuso come dicevamo cresce. Nel 2015 sale a 194 milioni di euro, +5%, contro un dato stabile per i vini imbottigliati, fermi a 381 milioni di euro. Sugli ultimi 5 anni, il vino sfuso cresce del 4% annuo, mentre il vino imbottigliato è calato, sempre in euro, del 3% annuo.