Le vendite trimestrali sfondano quota 2 miliardi di dollari e 7 miliardi a livello annuale. Come dicevamo sopra la birra è quella che fornisce la maggior spinta, con una crescita del 20% nel secondo trimestre dopo il +19% dei primi tre mesi. La crescita organica è del 15% circa.
Anche il segmento vino continua ad andare bene, con una crescita del 13% a 700 milioni di dollari nel trimestre, in parte aiutata dalle acquisizioni di Meiomi e The Prisoner. Se nettiamo queste operazioni, nel trimestre atterriamo a circa l’8% di crescita organica, un livello comunque molto interessante, anche se si confronta con un delle vendite finali ai consumatori in crescita del 3.3% (+5% nel primo trimestre): si tratta quindi di un andamento un po’ superiore alla velocità di crociera delle “depletions”.
I margini sono in netta crescita, sia per il vino che per la birra. Nel vino (e spiriti), l’utile operativo trimestrale sale del 17% a 206 milioni di dollari, il che implica un margine del 25.8%. Se sommiamo gli ultimi 4 trimestre arriviamo più o meno a quel livello (grafico allegato).
La situazione finanziaria migliora leggermente, con un debito di 7.9 miliardi di dollari, fondamentalmente stabile rispetto a fine anno (febbraio 2016). Approfittando dei tassi di interesse particolarmente favorevoli (gli oneri finanziari associati a questo debito sono “solo” 330 milioni di dollari), CBrands continua a crescere sia investendo in capacità produttiva (principalmente birra, 370 milioni di dollari nel semestre, che diventeranno 1.1 miliardi nell’anno fiscale a febbraio 2017) ma anche in acquisizioni. Nel primo semestre sono stati spesi 285 milioni di dollari, e altri 160 arrivano con High West. Non solo, l’azienda sta gradualmente facendo crescere il dividendo trimestrale. Nel primo semestre sono stati pagati 158 milioni di dollari contro 120 dell’anno precedente.
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