
L’andamento molto altalenante delle esportazioni 2016 viene confermato a luglio, mese in cui si registra il peggior andamento (mensile) per il nostro vino all’estero dal 2009 a questa parte. Naturalmente ci troviamo di fronte a un mese soltanto, seppur importante dal punto di vista stagionale, anche se il calo dell’8% rispetto all’anno scorso si innesta su una base di confronto non troppo difficile (+4% lo scorso anno). La principale causa di tale indebolimento sono i vini fermi, che crollano nel mese con un -13%, quinto segno rosso su sette del 2016 . Questa volta non basta la crescita dei vini spumanti, che continua oltre il +10%. La situazione teoricamente più critica, il Regno Unito per via di Brexit, non mostra per il momento particolari cambi di tendenza, anche se i forti progressi dei mesi scorsi sui vini spumanti cominciano a esaurirsi per via delle basi di comparazione sempre più difficili.
Bisogna preoccuparsi? probabilmente non per il momento, anche se il +2.9% con cui l’Italia ha archiviato il primo semestre diventa +1.1% aggiungendo questo mese particolarmente negativo. E tutto a un tratto, l’obiettivo che sembrava così facilmente raggiungibile dei 5.5 miliardi di euro di esportazioni si allontana di una quarantina di milioni… 5385 milioni… passiamo ai dati…

- Nel mese di luglio le esportazioni di vino italiano sono calate dell’8% a 469 milioni di euro. Di queste, 337 milioni sono relativi a vini in bottiglia, -13%, 29 milioni di euro sono vini venduti in formati da oltre 2 litri (che noi chiamiamo sfusi), mentre la rimanente parte sono vini spumanti: EUR103 milioni, ben il 13% in più rispetto al 2015 (luglio), nonostante la forte dipendenza dal Regno Unito.
- Come potete apprezzare dalla tabella, se ci portiamo in ragione d’anno, siamo sui 5.4 miliardi di euro, +2.5%, mentre da inizio anno l’andamento è ancora meno marcato a +1% per 3.1 miliardi.
- Nel segmento dei vini imbottigliati, i quattro mercati sono decisamente negativi da inizio anno: -3/4% per Germania e USA, un crollo nel Regno Unito del 17% (partito ben prima del Brexit), e -6% in Canada. Gli unici mercati veramente positivi sono la Svizzera, la Danimarca e i Paesi Bassi.
- Nel segmento degli spumanti, vero osservato speciale data la forte dipendenza dal Regno Unito, non è ancora successo molto: il nostro prodotto DOP continua a crescere, anche nel mercato inglese. Il dato da inizio anno è ancora a oltre +20%, con il Regno Unito a +42%, ancora supportato da un +18% nel mese di luglio. Importante sarà capire come inciderà la svalutazione della sterlina inglese, ormai arrivata quotare 0.9 nel rapporto Euro/Sterlina rispetto a 0.75/0.8 di qualche mese fa.
- Proprio nel Regno Unito sono andati in luglio vini per 64 milioni di euro, quindi 401 milioni di euro in tutto. Lo scorso anno erano stati rispettivamente 69 milioni e 392 milioni. DI nuovo, un mese difficile all’interno di un trend crescente.
- Per tirare dunque le somme, un brutto mese che segue a una serie semestrale molto positiva, anzi la migliore tra tutti i paesi importanti. Il prossimo appuntamento di Agosto non è molto rilevante: si giocherà tutto negli ultimi a 4 mesi dell’anno.






I dati sembrano un po’ altalenanti rispetto a quella che la realtà delle cose, perchè in Italia ci sono vini che vanno per la maggiore all’estero che non hanno drastici cali. Sono le piccole cantine e i piccoli produttori che risentono per lo più di questi cambiamenti.