Constellation Brands – risultati primi 9 mesi 2016

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I risultati del terzo trimestre di Constellation Brands non sono stati accolti così bene dagli investitori, che hanno affossato le azioni dopo l’annuncio, facendogli perdere ben il 7%. In verità i numeri non sono per niente male, come potete vedere da grafici e tabelle: le vendite crescono del 10%, l’andamento della birra in USA è incoraggiante, ma sul vino qualcosa ha funzionato meno bene. I volumi e i margini non sono più cresciuti.

La strategia di focalizzazione sui segmenti a forte crescita nel vino e di espansione della capacità produttiva nella birra continua senza sosta. Nel segmento dei vini, CBrands ha completato la vendita dei vini canadesi (vedremo l’effetto nei prossimi trimestri) per 776 milioni di dollari americani (1 miliardo di canadesi), ha comperato High West per 137 milioni e Charles Smith per 121. Ha ricominciato a comprare azioni proprie (823 milioni di dollari durante il 2016, cioè il 2.7% del valore corrente di borsa… che non è poco…). Per chi fosse interessato, suggerisco di andare sul sito corporate di Constellation Brands a consultare la presentazione che hanno fatto del piano industriale. Lo trovate qui.

Infine, ha ulteriormente alzato le indicazioni di profitto per il 2017, di un ulteriore 4%: siamo partiti a inizio anno con una indicazione di 6.2 dollari per azione, siamo a 6.60 dollari, ma questo giro a far alzare le attese di prezzo sono state soprattutto questioni fiscali.

Che cosa non funziona? Diciamo che il giocattolo si è forse rotto con l’elezione di Trump… CBrands produce birra in Messico per venderla in USA (e punta a farlo sempre di più) e questo tipo di strutture sono nel mirino del nuovo presidente… poi i dati del vino sono un po’ meno buoni di quelli del passato… e certamente si innesta un discorso di valutazione del titolo, che ha raggiunto quota 30 miliardi di dollari… passiamo a qualche numero.

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  • Le vendite del trimestre crescono del 10% a 1.8 miliardi di dollari, con un incremento del 16% per la Birra e del 4.5% del segmento vino e spiriti. Spaccando ulteriormente le vendite, la parte vino ha fatturato 754 milioni di dollari, +4.9%, un po’ meno degli ultimi trimestri che viaggiavano al ritmo del +10%.
  • Un dato stonato è rappresentato dai volumi di vendita, che sono scesi anno-su-anno dello 0.5% a 18.3 milioni di casse, nonostante le vendite al dettaglio dei prodotti Cbrands continuano a crescere al ritmo del 3.4% (uguale al secondo trimestre).
  • Anche i margini nel segmento vino non sono più migliorati. Se a livello consolidato il trimestre chiude a 534 milioni di dollari di utile operativo (+19%, in linea con le attese), nel segmento vino e spiriti la crescita è stata soltanto del 4% a 231 milioni di dollari, quindi marca un leggero calo del margine dal 27.5% al 27.3%.
  • La parte finanziaria non desta particolari sorprese. L’azienda punta a mantenersi indebitata al punto giusto comperando azioni proprie, come dicevamo sopra. Il debito a fine trimestre è 8.4 miliardi di dollari rispetto a 6.9 miliardi di 12 mesi fa, ma è destinato a beneficiare di circa 0.8 miliardi di dollari dell’operazione canadese e, a partire dal prossimo anno, da una riduzione del carico di investimenti nella capacità produttiva della birra.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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