
Il grafico di apertura del post rende giustizia della dimensione del vino italiano nel mercato tedesco. I 900 milioni del nostro vino importato non sono soltanto più di un terzo dei circa 2.5 miliardi totali (stabili), ma vale la pena guardare a come sono composti. Solo nel vino fermo, l’Italia supera tutte le esportazioni francesi e il nostro vino fermo importato in Germania vale tanto quanto quello di Francia e Spagna messi insieme. Detto questo passiamo al mercato del vino tedesco più in particolare. Nel 2016 abbiamo già detto importazioni uguali in valore, ma non si può non notare l’ulteriore calo del 3% dei volumi (14.7 milioni di ettolitri) che appare ben lontano dai 16.2 milioni di ettolitri del 2011 e che sembra essere diventato un fattore strutturale che non fa eccezioni: tutte le categorie inclusi gli spumanti vedono volumi meno importanti di qualche anno fa. La seconda conclusione è che questi volumi discendenti non lasciano spazio a ulteriori espansioni del mercato: sui 5 anni i tedeschi importano sempre lo stesso valore, circa 2.5 miliardi di euro, più o meno sempre dalle stesse nazioni. Non si vedono forti trend strutturali, salvo notare la crescita dei prodotti austriaci, portoghesi e neozelandesi, che restano peraltro in posizioni di secondo piano. Passiamo ai dati.

- La Germania ha importato vino per 2.47 miliardi di euro nel 2016, stabile rispetto allo scorso anno. L’import di vini in bottiglia è leggermente calato, -3% a 1.58 miliardi di euro, mentre sono praticamente stabili quelle di vino sfuso, 488 milioni di euro. Il saldo è dunque un incremento del 7% delle importazioni di vini spumanti, che passano da 369 a 395 milioni di euro, caratterizzato dalla crescita dei prodotti francesi e italiani e da un arretramento di quelli spagnoli.
- Con volumi in calo del 3% e per la prima volta dal 2010 sotto i 15 milioni di ettolitri, sono dunque aumentati del 3% circa i prezzi medi di importazione. Come dicevamo calano i volumi di tutte le categorie: -3% per i vini imbottigliati e sfusi a 5.8 e 8.5 milioni di ettolitri rispettivamente e -5% per i vini spumanti a 0.6 milioni di ettolitri.
- L’Italia mantiene la posizione di leadership assoluta nel mercato. I nostri spumanti tornano a crescere (+12% a 79 milioni di euro), anche se restano piuttosto lontani dai fasti del passato. Tornano anche a crescere i vini sfusi (+10% a 143 milioni di euro) dopo due anni di forte calo. Diminuiscono dell’1% i vini in bottiglia, portando il saldo totale a 900 milioni di euro, +2% rispetto al 2015.
- La Francia ha avuto un andamento sovrapponibile al nostro: +1% l’export totale a 684 milioni di euro, anche se ha faticato di più nei vini fermi (-3% e -7% per fermi e imbottigliati), compensando negli spumanti dove cresce del 10% a 242 milioni di euro, quindi grande tre volte l’Italia.
- Gli altri importatori importanti vanno male: calano del 5% gli spagnoli a 366 milioni di euro, del 9% gli americani a 95 milioni di euro e del 5% i sudafricani a 88 milioni. Male anche Australia e Cile, -11%. Sono invece positivi i dati di Austria, +15% a 73 milioni, massimo storico, Portogallo, +16% a 44 milioni di euro e della Nuova Zelanda, che si sta soltanto ora facendo largo nel mercato (+47% a 23 milioni di euro).
- Vi lascio alle tabelle!