Zonin – risultati e analisi di bilancio 2016

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I dati 2016 di Zonin sono particolarmente interessanti da analizzare perché non è stato un anno normale, nonostante vada immediatamente sottolineato che i margini sono stati in ulteriore miglioramento. Il ritmo delle vendite ja calato visibilmente il passo (+5% a 193 milioni) rispetto a quelle che si immaginavano essere le potenzialità dell’anno (200 milioni), e questo è avvenuto a causa di una forte riduzione dell’attività in Italia (-29%), dove si potrebbe immaginare che il nome Zonin abbia avuto un qualche impatto negativo. [In un messaggio successivo alla pubblicazione, Zonin ha precisato che il calo delle vendite nel mercato italiano è del 7.7%, da 28.8 a 26.6 milioni di euro e non il 29% riportato nell’articolo, che deriva peraltro dal confronto dei dati delle vendite consolidate riferiti a “Italia” nella nota integrativa del bilancio 2015 di pagina 13 e del bilancio 2016 di 21, pari rispettivamente a 38.502 e 27.330 mila euro, e quindi ritenuti confrontabili nell’analisi effettuata. Nessuna precisazione o spiegazione e’ contenuta nella relazione degli amministratori]

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Oltre al calo delle vendite in Italia, c’è un secondo aspetto che merita attenzione. Nel 2016 l’azienda ha anche acquisito per euro 32 milioni partecipazioni nella forma di “Associazione in partecipazione” nelle tenute vinicole di proprietà della famiglia Zonin. Nulla cambia dal punto di vista operativo, sono però 32 milioni di euro che si spostano dalle tasche dell’azienda a quelle della famiglia. L’operazione viene finanziata attraverso la rinuncia a crediti commerciali da parte di “Zonin azienda” nei confronti delle tenute familiari. Naturalmente, nonostante nel bilancio si specifichi che “non ha comportato alcun esborso finanziario da parte della Società, ma unicamente l’apporto di crediti di natura commerciale maturati verso i rispettivi associanti”, l’azienda mostra a fine 2016 un indebitamento finanziario che cresce da 42 milioni a 61 milioni di euro, dovuto alla sostituzione dei mancati incassi dei crediti commerciali con indebitamento bancario.

Dopo questa lunga spiegazione, va menzionato che il 2017 è visto in modo decisamente più prudente dagli amministratori (“i risultati dei primi mesi del 2017 danno segnali di consolidamento dell’andamento delle vendite registrate”). Infine, due nuovi progetti: un accordo con un’azienda cilena che produrrà vini con il marchio Zonin venduti poi dalla rete di vendita dell’azienda e il progetto “wine-bar”. Passiamo all’analisi dei dati.

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  • Le vendite crescono del 5% a 193 milioni di euro, rallentando il passo dell’ultimo quinquennio (+12% in media). Ciò è stato dovuto al rallentamento subito in Italia, dove le vendite sono calate da 39 a 27 milioni di euro (-29%), più che compensato dal balzo all’estero del 14%, da 145 a 165 milioni di euro. Purtroppo la relazione degli amministratori non fornisce alcuna spiegazione di questa forte riduzione, che io immagino (pronto a essere smentito) abbia anche a che fare con la cattiva pubblicità delle questioni relative alla Banca Popolare di Vicenza, del quale il cav. Zonin è stato il presidente per lungo tempo.[In un messaggio successivo alla pubblicazione, Zonin ha precisato che il calo delle vendite nel mercato italiano è del 7.7%, da 28.8 a 26.6 milioni di euro e non il 29% riportato nell’articolo, che deriva peraltro dal confronto dei dati delle vendite consolidate riferiti a “Italia” nella nota integrativa del bilancio 2015 di pagina 13 e del bilancio 2016 di 21, pari rispettivamente a 38.502 e 27.330 mila euro, e quindi ritenuti confrontabili nell’analisi effettuata. Nessuna precisazione o spiegazione e’ contenuta nella relazione degli amministratori]
  • I margini sono in ulteriore miglioramento. Il MOL cresce da 11 milioni a 14 milioni di euro, quindi dal 5.8% al 7.4% delle vendite, grazie anche al controllo dei costi del personale, rimasti sostanzialmente stabili. L’utile operativo cresce da 7.5 a 11 milioni di euro, +45%. Nella tabella vi metto anche l’utile operativo aggiustato come riportato dagli amministratori, che passa da 8.7 a 12.6 milioni di euro. Sono un po’ restio da utilizzarlo nelle serie perché il dato corrispondente del 2015 non quadra (8.7 milioni il 2015 riportato in questo bilancio contro 7.9 riportato nel bilancio dello scorso anno). L’utile netto cresce a 5 milioni di euro, rispetto al dato in pareggio del 2015, dovuto peraltro a questioni relative alla tassazione. Visto in prospettiva con gli scorsi anni si tratta di una buona progressione.
  • Passando alla parte finanziaria, i dati sono molto cambiati. Zonin si carica di 32 milioni di immobilizzazioni che vanno a pesare sul capitale investito, che dunque sale da 94 a 121 milioni di euro. Questo “investimento” risulta infruttifero, in quanto i rapporti tra Zonin e le tenute non cambiano. La parte finanziaria dunque mostra un incremento del debito da 42 a 61 milioni di euro. Il cash flow dell’anno è di circa 8-9 milioni di euro, gli investimenti circa 3 milioni di euro. Nonostante questo, il ritorno sul capitale migliora dall’8% al 9%, grazie al balzo dell’utile operativo.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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