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Le esportazioni di vino francese sono ripartite prepotentemente nel corso del primo semestre 2017. Secondo i dati rilasciati dall’ufficio statistico Disar, la Francia ha esportato vino per quasi 4.1 miliardi di euro, +11% sulla prima metà del 2016 che era stata stabile. A trainare l’export francese un ritrovato vigore delle esportazioni di Bordeaux dopo tre anni molto difficili e un inizio d’anno inaspettatamente forte per lo Champagne, in crescita del 12%. Come abbiamo già avuto modo di dire in passato, il resto del vino francese segue molto da vicino la tendenza dell’Italia (+5.4% nei primi 5 mesi dell’anno, lunedì pubblicheremo i primi 6 mesi) con una crescita del 7%. Di nuovo, come già successo negli ultimi tre anni, tutto il contributo alla crescita viene dal prezzo/mix. Tra i principali mercati tracciati da Disar, gli USA (+22%) sono stati il driver principale, avendo rappresentato circa un terzo della crescita.
- Le esportazioni di vino francese crescono dell’11% a 4092 milioni nel primo semestre 2017. I volumi sono invece stabili a 6.7 milioni di ettolitri. La crescita è dunque interamente determinata dal miglioramento del prezzo/mix, ben visibile nella tabella quando si confrontano i dati di volume delle categorie “care” come Champagne e Bordeaux e il resto dei vini. La Francia nel primo semestre esporta vino a 605 euro a ettolitro, contro 266 euro per il mercato italiano.
- La classica divisione per categorie vede un forte rimbalzo della regione di Bordeaux, +21% a 985 milioni di euro, con un contributo del 4% dei volumi (952mila ettolitri) e del 16% del prezzo mix, che ritorna sopra i 1000 euro per ettolitro. Anche l’altra regione chiave per le esportazioni di vini rossi, la Borgogna, mostra buoni numeri, +9% a 396 milioni, soprattutto perché “monta” su due anni di crescita e perché il dato si confronta con un calo dei volumi del 5%. I vini di Borgogna si vendono addirittura a 1550 euro per ettolitro nel primo semstre 2017.
- La sorpresa resta lo Champagne, in crescita del 12% a 1144 milioni di euro, nonostante le difficoltà nel suo principale mercato, il Regno Unito. In questo caso l’impatto dei volumi è più rilevante, +8% a 431mila ettolitri, mentre il prezzo-mix progredisce del 3.5% a 2651 euro per ettolitro.
- La “differenza”, cioè Rodano, Loira, Alsazia e tutte le altre regioni crescono del 4.7% a 1.6 miliardi di euro, con un contributo del 5.5% del prezzo-mix e un leggero calo dei volumi a 5.1 milioni di ettolitri.
- Disar non è così generoso sulle aree geografica (la Cina per esempio non viene riportata…). Ci sono però i principali mercati. Gli USA crescono del 22% a 768 milioni di euro, il Regno Unito è a +3% per 501 milioni di euro, mentre cala del 2% la Germania (307 milioni) e dell’1% il Belgio (220 milioni). Più positivi sono invece i dati del Giappone (+8% a 217 milioni) e del resto del mondo, +13% a 2.1 miliardi di euro.


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