Masi – risultati primo semestre 2017

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L’andamento di Masi nel primo semestre è stato decisamente negativo, in parte a causa di un confronto sfidante relativo ai primi mesi dello scorso anno. Le vendite calano del 2% circa, nonostante ci sia il contributo di Canevel, consolidata dalla seconda metà dello scorso anno che ha contribuito per il 5-6% delle vendite. Mentre per molti player del settore il problema è soprattutto domestico, nel caso di Masi la situazione è contraria: le vendite in Italia vanno a gonfie vele, grazie al nuovo wine shop di Lazise (a proposito, oltre ai vini buoni si mangia bene al giusto prezzo), al consolidamento di Canevel e alla ristrutturazione della forza vendita. Invece, nei mercati europei e nel “promettente” Nord America l’andamento resta negativo a causa della forte pressione concorrenziale, soprattutto nei mercati monopolistici. A tutto questo si aggiunge lo sforzo di “coprire” il buco dell’annata 2014 sui vini pregiati e la mancanza di 1 milione di euro di contributi OCM (disgrazia peraltro condivisa da numerose altre aziende di cui abbiamo analizzato qui i risultati). Sebbene il management non si spinga a fare considerazioni sul futuro (e per quanto le vendite di luglio e agosto siano superiori allo scorso anno), sembra difficile un significativo cambio di direzione nel secondo semestre, a meno di mettere a segno una nuova acquisizione. Il titolo in Borsa tratta tra EUR4.3 e EUR4.5, leggermente sotto il prezzo di quotazione di EUR4.6 di ormai 2 anni fa. Nel frattempo sono stati distribuiti circa EUR0.3 per azione in dividendi. Certamente un andamento non soddisfacente per chi ha acquistato le azioni, anche in considerazione del positivo andamento della borsa italiana nel frattempo. Passiamo ai dati.

  • Le vendite calano del 2% a 29.2 milioni di euro. L’1% di questo 2% corrisponde a un cambio di contabilizzazione. Se escludiamo Canevel, le vendite di Masi sono in calo del 7% nel semestre (erano a -10% circa nel primo trimestre).
  • Dal punto di vista dei prodotti, le vendite di vini pregiati sono in crescita del 5%, così come quelle di premium wines (10-25 euro sullo scaffale) a +5%, mentre calano del 22% le vendite dei classical wines. Dal punto di vista geografico invece l’Italia cresce del 34%, l’Europa perde il 10% (contro -6% del secondo semestre 2017), l’America è a -8% (contro -4%) e il resto del mondo (poco rilevante) cresce del 32%.
  • I margini sono decisamente sotto pressione, anche perché Canevel non guadagna ancora e il resto dell’attività, che è quella che porta i profitti, subisce un calo importante del fatturato. L’EBITDA scende del 16%, con un margine del 23.1% contro il 27% dello scorso anno. Si tratta di un confronto improbo, inficiato dal risultato inusualmente forte dello scorso anno, ma comunque il dato è molto debole. L’utile netto del primo semestre scende a 2.5 milioni di euro.
  • Dal punto di vista finanziario, il debito risale a 10 milioni da 7 milioni a fine 2016. Si spiega con due voci: i dividendi di 2.9 milioni di euro e un incremento del capitale circolante di 2.6 milioni di euro, essenzialmente giustificato dal magazzino. Invece gli investimenti (1.8 milioni di euro) restano molto bassi… ancora non c’è traccia del nuovo visitor center. La generazione di cassa dell’attività ha seguito dunque l’andamento dei margini, scendendo da 5.8 milioni di euro a 3.9 milioni di euro.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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