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Constellation Brands non sbaglia un colpo. Ancora una volta ha pubblicato risultati fantastici (il secondo trimestre 2017/18), alzato le indicazioni sugli utili di fine anno del 4% (dopo averle alzate del 2% nel primo trimestre) e si porta a casa un altro rialzo delle azioni, che oggi trattano il 37% sopra il loro valore a inizio anno e portano a una capitalizzazione borsistica colossale, di 41 miliardi di dollari (quintuplicata in 5 anni, a fronte di un incremento degli utili di 4 volte). Il trimestre, e non serve dirlo, è stato ancora una volta caratterizzato da una crescita eccezionale del segmento birra (nel quale è stata anche annunciata un’acquisizione). Invece il segmento vino, oltre a subire l’impatto negativo della vendita dell’attività canadese, ha avuto un trimestre di consegne piuttosto basse, nell’ambito invece di un trend di vendite al dettaglio molto buono (+5%). Tutto dentro, le vendite crescono del 3% (+8% senza considerare le acquisizioni), l’utile operativo balza del 17% (-10% per il vino) e l’utile netto balza del 39% (500 milioni di dollari in tre mesi…), anche grazie a un tasso fiscale particolarmente favorevole. Da cui, come dicevamo in apertura, l’incremento delle indicazioni di utili per fine anno. Passiamo ai dati.
- Le vendite crescono del 3% a 2.1 miliardi di dollari. Come dicevamo il saldo tra la vendita del vino in Canada e qualche acquisizione mirata ha un impatto del 5%, che avrebbe portato a un +8% se il perimetro di attività fosse rimasto costante. La birra cresce del 13% a 1.4 miliardi di dollari, mentre il segmento vino perde il 13% a 611 milioni di euro, che viene arrotondato a -12% mettendoci dentro le vendite di altri alcolici che sono stabili. Dovessimo togliere l’impatto del perimetro, saremmo a -1%.
- Come divevamo però l’andamento delle “depletions”, quindi le vendite finali è positivo. +5% per il mercato USA in generale e +12% per i “focus brands” del gruppo. I volumi spediti invece sono calati del 5% in termini organici. Se andate a vedervi i dati del trimestre precedente sul blog vedrete una situazione opposta.
- Gli utili sono in forte crescita. La parte birra ha registrato un margine operativo del 38%, ben 5 punti percentuali sopra lo stesso trimestre dell’anno scorso. Il segmento vino invece ha registrato un margine stabile intorno al 26% e quindi l’utile operativo della divisione è calato del 10% a 185 milioni di dollari, soltanto il 26% dell’utile consolidato di CB.
- La parte finanziaria vede un debito netto di 8.8 miliardi di dollari, rispetto a 8.9 di fine maggio e 9.1 di fine febbraio 2017 (quello che noi chiamiamo “l’anno 2016”). La generazione di cassa nei sei mesi è stata di 1.1 miliardi dollari (circa +5%), poi ci sono stati investimenti per 640 milioni di dollari (di cui 130 per comprare altre aziende), 200 milioni sono stati i dividendi.
- Anche se la leva finanziaria è elevata, fino a quando i risultati sono così buoni nessuno si preoccupa, e gli investitori festeggiano questo ulteriore rialzo delle previsioni di utili. Il punto medio della nuova stima è 8.32 dollari per azione. Giusto per confronto, 5 anni fa l’azienda ne ha generati 2. Quindi gli utili si stanno quadruplicando il 5 anni. In questo contesto, la performance del titolo negli ultimi 5 anni di +480% appare pienamente giustificata!
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