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Commentiamo oggi il bilancio di Lunelli, che l’azienda ha gentilmente messo a disposizione oltre al tempo prezioso che Matteo Lunelli mi ha dedicato. I dati che presentiamo oggi sono estremamente positivi, frutto di una crescita a doppia cifra delle vendite (+14%) con un contributo importante delle esportazioni, cui l’azienda è ora più esposta dopo aver acquisito Bisol. Proprio nel 2016 Lunelli ha completato l’acquisizione dell’azienda spumantistica (l’ultimo 20% che ancora non possedeva) e ha poi ricapitalizzato l’azienda [ndr: versione corretta. Lunelli ha investito 10 milioni principalmente nella ricapitalizzazione di Bisol e non nell’acquisto della quota, come inizialmente esposto]. I problemi di profittabilità che Bisol aveva evidenziato lo scorso anno ci sono anche quest’anno e sono principalmente legati al forte incremento dei costi delle materi prime. Sono molto meno visibili nei conti consolidati grazie all’eccezionale contributo degli spumanti Ferrari. In altre parole, nonostante i 3 milioni di perdita netta di Bisol (anche legata a oneri di ristrutturazione e altri costi non operativi), che intanto viene ristrutturata quest’anno e integrata nella distribuzione di Ferrari, il gruppo è riuscito a chiudere con un margine operativo lordo in creascita da 14 a 17 milioni di euro e un utile netto di 6.5 milioni (11 milioni per Ferrari), senza il contributo di alcun provento non ricorrente. Passiamo all’analisi dei dati.
- Le vendite sono cresciute del 14% a 96 milioni di euro, con un progresso di tutti i marchi. In Italia il fatturato è cresciuto dell’11% a 71 milioni di euro, mentre le vendite estere che erano diventate “sostanziose” proprio nel 2015 dopo il consolidamento di Bisol, sono cresciute di un ulteriore 25% a 25 milioni di euro.
- Tra i principali marchi, Ferrari ha venduto 4.9 milioni di bottiglie per un fatturato di 63 milioni di euro, in crescita del 13%, l’acqua Surgiva è cresciuta del 6% a 8 milioni di euro. Non sono forniti dettagli sulle vendite di Bisol, che comunque, rappresentando la maggior parte delle altre vendite del gruppo, dovrebbe essere andato piuttosto bene, nonostante il taglio di alcune linee di prodotto di prezzo basso su marchi secondari che non erano più profittevoli.
- Il problema di Bisol, sottolineato anche nel 2016 è quello dei margini negativi a causa dell’elevato costo delle materie prime. Quest’anno non si vede come nello scorso esercizio: nel contesto generate dei dati Lunelli, l’EBITDA cresce da 14 a 17 milioni, per un margine che passa dal 16.4% al 18.5%. E’ soltanto sull’ultima linea nel conto economico che il peso di Bisol viene reso noto nella relazione degli amministratori: la perdita netta è stata di 2.7 milioni di euro, contro un utile di 11 milioni di Ferrari e un utile consolidato di 6.5 milioni. Dopo aver parlato con l’azienda, va peraltro precisato che alcuni oneri di ristrutturazione e il carico di ammortamenti intangibili che sono emersi con la rivalutazione dei marchi hanno un effetto particolarmente negativo nel 2016.
- La parte finanziaria vede un debito stabile a 34 milioni di euro, il che significa che Lunelli è riuscita a autofinanziare completamente l’acquisizione delle minoranze di Bisol. Il rapporto tra debito e EBITDA scende quindi da 2.4 a 2.0, praticamente lo stesso livello del 2014. Anche su questo tema va specificato che Lunelli ha in pancia una serie di attività finanziarie e immobiliari che non hanno a che fare con l’attività operativa, per una valore che, per la sola parte di attività finanziarie, probabilmente equivale al debito. Forti di queste considerazioni (e del fatto che Ferrari è un po’ simile alle aziende della Champagne, dove il magazzino ha un valore rilevante (oltre 70 milioni di euro), potremmo ben dire che l’azienda ha una posizione finanziaria particolarmente forte.
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