Constellation Brands – risultati 2018 e previsioni 2019

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I risultati annuali di Constellation Brands sono stati in linea con le attese del mercato e con le indicazioni del management (utile per azione di 9.28 dollari contro il “mid-point” di 9.25), ma l’attenzione è stata soprattutto sull’operazione di vendita a E&J Gallo di una parte molto significativa della divisione vino, pari a circa il 35% del totale (1.1 miliardi di dollari). Si tratta di quasi tutto il portafoglio di marchi sotto 11 dollari di prezzo al dettaglio, che non sono più considerati strategici dall’azienda. Il focus è sui marchi super-premium (incluso Ruffino), che dovrebbero rappresentare circa 1.8 miliardi di dollari di vendite. Il prezzo di vendita del portafoglio è 1.7 miliardi di dollari, quindi un multiplo di 1.55 volte il fatturato e 4.4 volte il margine di contribuzione (margine industriale meno costi di marketing). Con quello che resta del vino (meno di un terzo degli utili), Constellation Brands ha dei piani di marketing e di prodotto aggressivi: la nuova frontiera sono i vini affinati nelle botti del bourbon, che cercano di spostare il prodotto verso una categoria più assimilabile agli spiriti. La combinazione di costi di ristrutturazione, gli utili che vengono a mancare dai vini (a me sembra che l’affare l’ha fatto Gallo…) portano a un obiettivo di utili per il 2019 di 8.5-8.8 dollari per azione, dunque in calo rispetto al 2018. Ma le azioni hanno tenuto botta, pur restando ben sotto il massimo raggiunto lo scorso anno. Passiamo ai dati.

 

  • Le vendite annuali raggiungono quota 8.1 miliardi di dollari, +7%. Di questi il vino ha fatturato 2.53 miliardi di dollari, gli spiriti (Svedka vodka principalmente) 381 milioni e la birra 5.2 miliardi. Delle tre divisioni l’unica in calo è il vino, -1%.
  • Comprenderete anche che con la vendita di circa 1.1 miliardi di fatturato il vino diventerà quasi marginale, meno di 1.5 miliardi di dollari su un fatturato probabilmente di 8.5 miliardi di dollari nel 2019.
  • Nel solo quarto trimestre il calo del vino, anche a causa di spostamenti di consegne, è stato superiore al 10%.
  • Le vendite al dettaglio dei vini CB nel mercato americano sono calate anche nel quarto trimestre, -4% (-0.6% per i focus brands) al dettaglio, con un calo dei volumi spediti da 15.6 a 14.2 milioni di casse, -9% anche a causa della riduzione delle scorte alla distribuzione.
  • I margini non sono comparabili a quelli dell’eccezionale quarto trimestre scorso, ma a livello di anno, l’azienda chiude con 2.4 miliardi di dollari di utile operativo. Il vino cala da 801 a 777 milioni, il resto passa da 1484 milioni a 1641 milioni.
  • La parte finanziaria vede il debito esplodere a 13.6 miliardi di dollari, rispetto ai 10.2 dell’anno scorso ma uguale al terzo trimestre. Dobbiamo comunque considerare che c’è un valore di oltre 3 miliardi di dollari in Canopy Growth che non partecipa agli utili operativi e che quindi andrebbe dedotto, oltre naturalmente agli 1.7 miliardi di dollari che arrivano da Gallo per l’operazione di vendita dei vini “value”. Quindi nessun problema.
  • Il problema sarà piuttosto nostro: dobbiamo ancora seguire le vicende di Constellation Brands, che è sempre meno un’azienda vinicola?
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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