Cavit – risultati 2018/19

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Può sembrare strano, ma ci troviamo quest’anno a commentare il bilancio 2019 di CAVIT in maniera menomata. Nonostante la cooperativa abbia storicamente e lodevolmente reso pubblico il suo bilancio, al suo interno troviamo sempre meno informazioni. Un paio di anni fa si sono persi i dati precisi sulla mutualità e sul prezzo a cui sono stati liquidati i contributi dei soci. Quest’anno perdiamo la visibilità sul contributo dei vini fermi e degli spumanti alle vendite dell’azienda. Peccato. Facciamo con quello che abbiamo. E quello che abbiamo è un anno così così, negativamente influenzato dal calo dei volumi contribuiti e da un calo delle vendite in Italia, controbilanciato da un leggero incremento del fatturato estero. Nel corso dell’esercizio terminato a maggio 2019, la cooperativa ha ulteriormente rafforzato la sua posizione finanziaria, raggiungendo 37 milioni di euro di cassa (che a ben vedere andrebbero a compensare 57 milioni di debiti verso i soci). Come al solito per le cooperative, non è semplice trarre grosse conclusioni dagli utili, che sono essenzialmente legati alla controllata tedesca. Di certo, le liquidazioni ai soci sono calate da 98 a 94 milioni di euro. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

 

  • Le vendite a maggio 2019 sono stabili rispetto all’anno precedente, frutto di una crescita del 2% delle esportazioni a 152 milioni di euro e di un calo del fatturato italiano e delle “altre vendite” a -5%, per quanto va detto che quest’ultima linea era cresciuta molto nel 2018.
  • Non avendo dettagli sul fatturato per tipo di prodotto, commentiamo i dati di liquidazione delle uve, che sono calati da 98 a 94 milioni, a fronte di un totale di acquisti sceso da 107 a 101 milioni. Ne consegue un miglioramento del peso dei costi di acquisto che cala dal 77% al 74% delle vendite e lascia il margine operativo lordo invariato a circa il 4% del fatturato.
  • Poche sorprese di sotto, con ammortamenti e oneri finanziari stabili e di conseguenza un utile netto dichiarato di 5 milioni di circa (stabile).
  • La parte finanziaria vede un incremento della posizione finanziaria netta da 26 a 37 milioni, cui però si contrappone un incremento dei debiti verso soci da 54 a 57 milioni. Quindi sarebbe un +8 e non un +11 milioni. Non è stato certo un anno di investimenti, calati da 3.1 a 2.3 milioni di euro, contro ammortamenti di 4.5 milioni di euro. Inoltre secondo il rendiconto finanziario Cavit ha beneficiato di 3.7 milioni di euro di “altre variazioni (positive) di circolante”, che giustificano pienamente la migliorata struttura finanziaria.
  • In termini di evoluzione prevedibile della gestione, nel bilancio campeggia una frase piuttosto vaga che considerati i rischi (Brexit, dazi – che poi non si sono avverati – e rallentamento della germania), indica che “gli obiettivi di Cavit si confermano improntati alla valorizzazione e la stabilità del reddito dei Soci Viticoltori, attraverso la costante costruzione di marchi distintivi, rappresentativi delle nostre principali tipologie di prodotto, continuando il presidio dei principali mercati: USA e Italia, e la ricerca di opportunità in mercati già consolidati: Canada, Russia, Germania, e lo sviluppo di lungo periodo nei mercati emergenti.”
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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