I prezzi all’origine del vino – aggiornamento 2019 su dati ISMEA

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La normalizzazione delle vendemmie 2018 e 2019 ha portato come c’era da attendersi a un “rientro” della bolla dei prezzi all’origine dei vini in Italia. L’indice elaborato da ISMEA mercati da cui abbiamo preso questi dati indica un prezzo indice (base 2010=100) di circa 148 a fine ottobre 2019, in calo del 20% rispetto al picco toccato a maggio 2018 di 184 e del 17% rispetto al valore medio del 2018. Se guardiamo ai dati medi annui, il 2019 è tornato a essere un anno normale, in cui la bolla dei prezzi è pienamente rientrata. Un ettolitro di vino costa dunque circa il 45% in più (media 2019) di quanto costava nel 2010, il che indica un’inflazione del 4% circa all’anno sul prodotto. A beneficiare maggiormente dell’aumento dei prezzi sono ovviamente i vini di qualità, e in particolare i vini rossi DOC/DOCG, il cui indice è salito mediamente a 163 (quindi +6% annuo dal 2010) e dove la volatilità dei prezzi è stata meno marcata (-13% dal picco del 2018). L’area di maggior volatilità è certamente quella dei vini comuni, dove anche i livelli produttivi si sono rivelati molto variabili nel tempo e dove la “concorrenza” basata sul prezzo è più marcata: il calo rispetto al picco storico è del 39%, mentre in media il prezzo 2019 scende di oltre il 30%. Il dettaglio per denominazione (tabelle dettagliate allegate) mostra invece che il Brunello di Montalcino è diventato di gran lunga il vino con il prezzo più elevato in Italia (nota: non abbiamo dati disponibili per l’Amarone), distaccando nettamente il Barolo (il cui prezzo invece cala. Scendono poi le quotazioni del Conegliano Valdobbiadene e del Prosecco, dando presumibilmente fiato ai produttori-non viticoltori del prodotti che tanto hanno sofferto negli ultimi 2-3 anni. Passiamo ad analizzare brevemente i dati.

  • I prezzi all’origine dei vini nei 10 mesi gennaio-ottobre 2019 hanno subito un calo del 17% rispetto al picco storico del 2018. Stiamo parlando di un valore indice di circa 144 contro 174 del 2018 e 146 del 2017 (quando i primi effetti della scarsa vendemmia cominciavano a emergere).
  • Il calo del 17% è principalmente guidato dai vini comuni, -32% da 188 a 129, mentre sia i vini IGT (-11% da 164 a 146) e quelli DOC/DOCG (-10% da 170 a 153) mostrano andamenti meno marcati.
  • Passando alle singole DOC, nel segmento dei vini rossi il Brunello di Montalcino mantiene prezzi sopra i 1000 euro per ettolitro, 1085 in media per essere precisi, +1% sul 2018. Scende invece del 10% a 700 euro il prezzo del Barolo, mentre il Barbaresco continua la crescita strutturale degli ultimi anni e raggiunge 548 euro, ormai solo il 20% in meno rispetto al Barolo rispetto al gap del 40% di qualche anno fa. Tra le altre DOC, vale la pena di sottolineare il forte calo del Valpolicella (-18%), del Barbera d’Asti (-10%), del Chianti (-17%, ma non di quello Classico, -1%) e del Bardolino (-21%). Tra le DOC i cui prezzi sono invece risultati in forte crescita anche nel 2019, menzioniamo il Barbera d’Alba (+10%) e l’Etna (+15%) entrambi a toccare il loro massimo storico.
  • Nei vini bianchi i prezzi sono ovviamente molto più moderati e l’indice generale dei prezzi mostra un calo meno marcato in generale rispetto ai vini rossi. A guidare la classifica dei prezzi è il Cortese di Gavi (-2% a 284 euro), seguito dal Vermentino di Gallura (+19% a 269 euro) e dalla base spumante del Trento DOC (+1% a 268 euro). Qui sono da menzionare i cali piuttosto marcati (-14% e -10%) del Conegliano Valdobbiadene e del Prosecco, rispettivamente a 234 e 183 euro.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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